Uno sguardo alla bellezza del Corano
Il Corano fu rivelato oralmente dal Dio Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, a Maometto (Muhammad), tramite l'arcangelo Gabriele, in un arco di 23 anni. La rivelazione iniziò intorno al 609 d.C., quando Maometto aveva quarant'anni, e si concluse nel 632 d.C., anno della sua morte. Ogni volta che Maometto riceveva una rivelazione, la dettava lui stesso ai suoi compagni, i quali la memorizzavanoperfettamenteper, poi,trascriverla accuratamente. Il Corano considera questo procedimento una responsabilità divina (Corano 75:16-19). Poco dopo la morte di Maometto, le rivelazioni del Corano furono raccolte in un unico libro per ordine del primo califfo, Abu Bakr,e su suggerimentodi Omar, che divenne poi suo successore, il Libro fu affidato a Hafsa, vedova di Maometto e figlia di Omar, che divenne la custode dell'unica copia cartacea del Corano.In una cultura le cui tradizioni e consuetudinisi raccoglievano oralmente, compilarequesta Sacra Scrittura comportò anche lamemorizzazione dei suoi versi; infatti, molti compagni del profeta lo conoscevanoa memoria, avendolo ascoltatodirettamente dalle labbra di Maometto. Dopo la morte del secondo califfo, Omar, il terzo califfo, Uthman, chiese a Hafsa di consegnargliil Corano per farne diverse copie da inviare ai principali centri dell'impero allora in espansione. Le copie del Corano furono utili per lastesura definitivaelarecitazione del testo e servirono a standardizzarela linguaaraba. Ilformato attuale del Corano è stato accettato dalla maggior parte degli studiosi come la versione originale,compilata da Abu Bakr, e i manoscritti arabi del Corano, risalenti al VII secolo, sono stati preservati come tali fino a oggi. Quelli più noti sono conservati presso il museo Hast Imam a Tashkent, il museo Topkapi a Istanbul, il museo dell’Oriental Institute a Chicago e l'Istituto di Studi Orientali a San Pietroburgo.
Molte affermazioni coraniche ci provanoche il testo sia una rivelazione diretta di Dio Onnipotente (Corano 27:6, 32:2, 39:1, 40:2, 41:2, 45:2, 46: 2, ecc). Esso è la manifestazionedella volontà di Dio e la Sua naturavi è rivelata al fine di dareuna guida morale e legale all'umanità. Il Corano implica che, nella lingua originale araba, il discorso letterale, diretto e immutabile,appartenga a Dio (Parola di Allah) (Corano 2:75, 9:6, 48:15), Dio si rivolge a Maometto con l’uso dell'imperativo “Dì” eil profeta, che è solo il portavocedella rivelazione, è il tramite del discorso divino nei confronti dell’umanità. Il Corano ci dice da dove veniamo edove andiamo,cosa accadrà dopo la morte, ci mostra la via della rettitudine, che conduce al luogo della beatitudine eterna, e ci raccomanda di non prendere il percorso tortuoso che, invece,porta al castigo eterno;ci fornisce un codice morale e una legge sacra valida per gli individuie per la società e affronta i temi del cuore e della mente;ci educa, ci ispira, ci guarisce, ci mostra la retta viae ci dà l'energia e la motivazione necessarie per seguire le sue regole. Se lo usiamo comeguida,non potremo sbagliare, se invece lo ignoriamonon avremo successo. Il Corano fu, senza fallo,dettato dall'arcangelo Gabriele a Maometto, che era analfabeta, e,una voltacompleto,divennel’espressione finale e definitiva del finemorale e spirituale di Dioper tutti gli uomini di tutti i tempi. Per i musulmani, il Corano è l'autorità suprema e la fonte fondamentale del credo, dei rituali, dell'etica e delle leggi islamiche;è il libro che “distingue” il bene e il male, dove trovare le risposte alle questioni private: ci dice cos’è permesso o proibitosul matrimonio,sul divorzio, l’eredità, ecc.; matutti i musulmani lo consultanoanche quando devono affrontare temi universali di grande impatto sulla società, comela globalizzazione, l’ambiente, la lotta contro il terrorismo e il traffico di stupefacenti,questioni di etica medica eil femminismo... La sua supremazia deriva dal fatto che siamo sicuri che sia la "Parola di Dio",perciò, in termini di sacralità, il Corano è secondo solo a Dio. La sua immensa autorità è espressa nel versetto: “Se avessimo fatto scendere questo Corano su una montagna, l'avresti vista umiliarsi e spaccarsi per il timor di Allah. Ecco gli esempi che proponiamo agli uomini affinché riflettano” (Corano 59:21).
La parola “Qur’an” deriva da una radice araba che ha i seguenti significati: "Leggere" (Corano 17:93) e "recitare" (Corano 75:18). Il Corano si presenta come "una guida per l'umanità" e "una chiara esposizione di guida", "un discrimine" (Corano 25:1), "un monito" (Corano 20:3), "una guarigione" e "esortazione" (Corano 10:57), "la luce" (Corano 7:157, 4:174), "la verità" (Corano 17:81), "il Libro, che spiega ogni cosa" (Corano 16:89, 17:12, 18:54), "un appello al veder chiaro" (Corano 45:20), "una prova da parte del vostro Signore" e "Luce chiarissima (Corano 4:174), "buona novella" (Corano 27:2), "Libro saggio" (Corano 10:1, 31:2-3, ), "la corda di Allah" (Corano 3:103). Le scritture ebraiche e cristiane furono scritte da persone che sostenevano di essere state ispirate da Dio e divennero canoniche solo secoli dopo la loro stesura;invece,il Corano non ha avuto bisogno di esserecanonizzato, perché la sua rivelazione è stata subito valida e considerata autorevoledalla comunità musulmana. Il Corano si auto-descrive come rivelazione di Dio, la rivelazione (orale) diventò Scrittura (codificata) solo poco tempo dopo. Ogni versetto è una rivelazione divina e si trova nel suo stato originale perché nessun essere umano (neanche Maometto) ha mai alterato, omesso o aggiunto una singola lettera.
Il Corano fu rivelato in arabo. L'arabo pre-islamico era una lingua parlata, con una letteratura composta da elaborata poesia eprosa orale. La scrittura non si era ancora sviluppata completamente e la memorizzazione era il mezzo più comune per preservare le composizioni letterarie. Gli arabi, ai tempi di Maometto, avevano piena libertà politica, che è il presupposto dell'integrità linguistica:l'Impero Romano d’Orientenon aveva alcuna intenzione di conquistare la penisola araba, poichési pensava fosse solo undeserto sterile, e il regno persiano sassanide credeva che gli arabi fossero un popolo barbaroe il loro territorio non fosse degno di essere conquistato. La penisola araba divenne così il territorioabitato più isolato al mondo: un luogo verginedove ricevere l'ultima rivelazione di Dio. Al momento della rivelazione del Corano, gli arabi erano esperti nell'arte della recitazione della poesia e praticavano e consideravano l'oratoria un mezzo per acquisire influenza sociale e politica all’interno delle tribù;perciò non sorprende che il Corano sia stato rivelato nello stile più eloquente, articolato ed elaborato che la lingua araba avesse mai conosciuto e non v’è dubbioche raggiunse un livello di eccellenza linguistica senza precedenti rispetto alla poesia araba e che vadaal di là di ogni capacità umana di riproduzione (Corano 2:23). Lodato per la moderatezza ed eleganza, la grazia stilistica,l’eloquenza e la raffinatezza;possiede una prosa armonica e uno stile imponente, che sono la caratteristicapiù immediata del suo fascino sublime. Il Corano si descrive così : Dio ha fatto scendere "il più bello dei racconti, un Libro coerente e reiterante" (Corano 39:23).
Il Corano si esprime in maniera profonda e precisasu una vasta gamma di argomenti, che possonofare da guida a ogni persona e alla comunità in tutti gli aspetti della vita. Secondo il Corano, il cosmo rappresenta la testimonianza, ossia la prova fisica (i segni) dell'esistenza di Dio e la rivelazione ci permette di comprenderla meglio,un versettodice: "La lode [appartiene] ad Allah che ha creato i cieli e la terra e ha regolato le tenebre e la luce..." (Corano 6:1) e un altro versetto continua: "La lode [appartiene] ad Allah, Che ha fatto scendere il Libro sul Suo schiavo senza porvi alcuna tortuosità" (Corano 18:1). Il Corano regolamenta le azioni e l’etica degli uomini e l'ordinamento e l’amministrazione della società;inoltre, predice accuratamente il futuro, racconta aneddoti legati alle storie del passato edescrivefatti scientifici sconosciuti all'uomo prima della sua rivelazione.Ancora, è rimasto sempreuguale a se stessoper più di 1400 anni, senza che vi fossero apportate variazioni, né vi si trovassero errori o contraddizioni,ed è proprio la coerenza delle idee e delle affermazioni in esso contenute a indicarci che si tratta davvero della "Parola di Dio". Chiunque contempli lo stile e il contenuto dei versetti del Corano, grazie alla qualità e alla purezza della sua dizione, si rende conto di quanto quest’opera letterariaprevalga sulle altre, tanto dapoter esser stata creata solo da Dio Onnipotente, Creatore e Sostenitore di tutto l'universo. L'Onnipotente stesso ci assicura che proviene da Lui e che nessunessere umano è capace discrivereun libro simile: non contiene contraddizioni poiché Egli stesso lotutela (Corano 2:2-3, 4:82, 18:1, 15:9, 56:77-78).
Il Coranodescrive il suo contenuto in questo modo: “Abbiamo fatto scendere su di te il Libro, che spiegasse ogni cosa, guida e misericordia e lieta novella per i musulmani” (Corano 16:89) e afferma che “Non abbiamo dimenticato nulla nel Libro” ( Corano 6:38). Il Corano descrive con grande enfasi l’inderogabile connessione tra “fede” e “vita pratica”:la frase “coloro che hanno fede e agiscono con rettitudine”si ripete nel Corano 36 volte. Inoltre, si riferisce spesso a quando l’uomo apparirà l'ultima volta davanti a Dio e insiste che tutta la vita e quanto è in essa, provieneda Dio e ritornerà a Lui. “Siamo di Allah e a Lui ritorniamo” (Corano 2:156, 3:109). Il Corano spiega che gli esseri umani sono sosteranno sul“Dunya” (il mondo: la vita terrena) per un periodo predeterminato, noto solo a Lui (Corano 6:2), prima poter entrare “nell’akhirah” (l'aldilà). “Per tutte le persone è stato fissato un termine: ogni comunità ha il suo termine. Quando esso giunge, non viene concessa né un'ora di ritardo, né una di anticipo”. (Corano 10:49). I termini “Dunya” e “akhirah” vengono ripetuti 115 volte ciascuno e corrispondono sia allo spazio-tempoche a due alternative morali:il Corano parla di “Dunya” come spazio geografico, dove l'umanità può prepararsi “all’akhirah"e questa fase di preparazione èpiù facile se invochiamo il Suo aiuto, come indicato nel Corano: “Annoveraci un bene in questa vita terrena e un bene nell'Altra vita..........."(Corano 7:156)
Gran parte del Corano è composto da una prosa rimata che raccoglie brevi enunciati legati insieme da una rima; è, inoltre,ricco di racconti e metafore. Molti dei suoi racconti hanno uno stile allusivo e presumono che i lettori abbiano un minimo di conoscenza preliminare della storia o dell’allegoria che vi viene citata,il più lungo di questi racconti si trova nel capitolo 12 enarra la storia di Giuseppe: quando raccontò il sogno a suo padre efu abbandonatodai suoi fratelli, della sua prigionia, di come entrò alla corte del re, della sua ascesa al potere e, infine, della riconciliazione con la sua famiglia.Il testo riporta spesso il discorso dei protagonisti di questi racconti in prima persona: nel capitolo 20, che tratta dell'incontro tra Mosè e il Faraone, il discorso diretto dei personaggi è più lungo delle parti narrate. Per quanto riguarda le similitudini, queste sono spesso semplici, ma di grande efficacia, per es.: "Dopo di ciò i vostri cuori si sono induriti ancora una volta, ed essi sono come pietre o ancora più duri. Vi sono, infatti, pietre da cui scaturiscono i ruscelli, che si spaccano perché l'acqua fuoriesca, e altre che franano per il timore di Allah. E Allah non è incurante di quello che fate” (Corano 2:74). Un altro esempio: "Quelli che con i loro beni sono generosi per la causa di Allah, sono come un seme da cui nascono sette spighe e in ogni spiga ci sono cento chicchi. Allah moltiplica il merito di chi vuole Lui..." (Corano 2:261). In un altro versetto: "Coloro che si sono presi patroni all'infuori di Allah assomigliano al ragno che si è dato una casa. Ma la casa del ragno è la più fragile delle case. Se lo sapessero!" (Corano 29:41).
Il Corano è composto da 114 capitoli (sure), ciascuno dei quali è diviso in versi (ayahs). La parola "ayahs" significa letteralmente "segno", perciò il Corano è "il libro dei segni". In altre parole, esso descrive i segni dell'esistenza di Dio nell'universo e come tutto sia statocollocato al posto giusto nel grande disegno del creato. Ogni capitolo ha un nome,il quale deriva da una parola particolare, che, di solito,compare nel testo ed è legata al tema del capitolo. Le lunghezze dei capitoli variano traloro e la disposizione non è né cronologica né tematica.
Il tema principale del Corano è il monoteismo,ovvero il fatto di credere fermamente che non ci sia nessuno che meriti di essere adorato ad eccezione di Dio (Allah): l’unico e solo Dio, il Creatore, il Sostenitore di tutto l'universo e di tutto il creato. La professionedi fede successiva riguarda il credere che il Profeta Maometto sia un messaggero di Dio, i cui insegnamenti devono essere seguiti e rispettati. La maggior parte del messaggio coranico contiene esortazioni a seguire una condotta di vita retta e mette inevidenza le conseguenze per chine segue l’esempio e per chi non lo fa,racchiudendo il tuttoin un quadro che rappresenta l'onnipresenza di Dio e la responsabilità finale del genere umano nei Suoi confronti.Nell Coranol'essere umano è descritto come un sacro fiduciario e portatore dello spirito di Dionel viaggio continuoverso di Lui:è proprio questoritorno a Dio che richiedeall’uomo di sviluppare e migliorare le proprie qualità in una lotta incessante di preparazione per l'incontro finale.
L'obbligo più importante del credente è quello di compiacere Dio edesiderare la beata dimora del paradiso “….Ma tra gli uomini, ce n’è qualcuno che ha dato tutto se stesso alla ricerca del compiacimento di Allah. Allah è dolce con i Suoi servi” (Corano 2:207) e "che a nessuno avrà fatto un bene per ottenere ricompensa, ma solo per amore del suo Signore l'Altissimo” (Corano 92:19-20). Il compiacimentodivino si ottiene coltivando direttamente il rapporto d’amore e adorazione con Dio e dedicando la propria vita all'adempimento dei Suoi comandamenti.
Il Corano ci dice che Dio è possessore della bellezza. Egli è “la luce dei cieli e della terra” (Corano 24:35),è anche “Colui Che ha perfezionato ogni cosa creata” (Corano 32:7). Egli ha creato l'uomo “e vi ha dato forma - e che armoniosa forma vi ha dato -“ (Corano 40:64).Tutto ciò che è stato postosulla terra vi è stato messo come fonte di bellezza,tutto è destinato ad arricchire e abbellire la vita del/la credente affinchélui/lei possa riconoscere la bellezza di Dio, come disse il Profeta Maometto: “Dio è bello e ama la bellezza”;pertanto i musulmani devono cercare dinon rovinare il proprio benessere spirituale, emotivo o fisico, "non gettatevi da soli nella perdizione" (Corano 2:195): i divieti sul consumo di alcool, sostanze intossicanti (Corano 5:90 - 91) e sul consumo della carne di maiale (Corano 2:173) ne sono un esempio, come anche il versetto che dice: "Oh uomini! mangiate ciò che è lecito e puro di quel che è sulla terra, e non seguite le orme di Satana. In verità egli è un vostro nemico dichiarato" (Corano 2:168) e “Mangiate le ottime cose di cui vi abbiamo provveduto" (Corano 20:81). Il Corano ammonisce i credenti contro il consumo eccessivo e lo spreco, ma stimola la loro gioia di vivere e li invita a non imporsiobblighi o oneri ingiustificati: “O voi che credete! Non vietate le cose buone (tutto ciò che è buono in quanto a cibo, cose, azioni, credenze, persone, ecc.) che Allah vi ha reso lecite. Non eccedete. In verità, Allah non ama coloro che eccedono” (Corano 5:87). Il benessere personale nel Corano è legatoanche alla purezza spirituale e fisica: “…. In verità, Allah ama coloro che si pentono e coloro che si purificano (facendosi un bagno, pulendosi e lavandosi accuratamente le parti intime, il corpo, per le preghiere, ecc.)” (Corano 2:222) e “Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono” (Corano 30:21).
Il Corano esalta l’importanza della conoscenza (la scienza, il sapere) sia come valore,sia come ricerca (Corano 39:9). Associa il benessere intellettuale delle persone alla profonda conoscenza di Dio e della giustizia e sottolinea la compatibilità della conoscenza e dell'intelletto con la fede: “Tra i servi di Allah solo i sapienti Lo temono. Allah è il Potente, il Perdonatore” (Corano 35:28), “Allah innalzerà il livello di coloro che credono e che hanno ricevuto la scienza” (Corano 58:11). I musulmani vengono invitati a fare questa supplica: “Signor mio, accresci la mia scienza”(Corano 20:114) e possedere la conoscenza è considerata la strada perla giustizia (Corano 3:18). In numerosi versetti l'umanità viene sfidata a pensare, a riflettere, a ponderare e meditare: “Sono forse uguali coloro che sanno e coloro che non sanno? Solo gli uomini dotati di intelletto riflettono” (Corano 39:9).
Il Corano contiene una serie di ingiunzioni sul benessere morale degli individui e della società. Riconosce che, al centro di una società morale, c'è qualcosa che va al di là dei diritti e degli obblighi legali, da qui si emanail concetto di generosità e carità. I credenti, quindi,sono continuamente stimolati a dare oltre il minimo stabilito per aiutare gli altri e i ricchi sono obbligati ad aiutare i bisognosi, i poveri, gli indigenti e gli orfani.
Per via della consapevolezza dell'onnipresenza di Dio e dell'inevitabileGiorno del Giudizio, il Corano ordina di essere sinceri con il pensiero, le parole e le azioni (Corano 33:70 -71 ). Non c'è posto nel Corano per le nozioni post-moderniste di "zona grigia",poichéesso parte dal presupposto che esiste una "Verità" assoluta, unica e riconoscibile:parla di “luce” (an-Nur ) al singolare e di "tenebre" (al-Dhulumat ) al plurale, facendo capire che esiste una sola verità ma tante menzogne. I credenti sono invitati a mantenere vivo lo spirito della verità, scegliendo dei compagni altrettanto veritieri (Corano 9:119) e asostenerela verità contro la menzogna,è vietato loro nascondere la verità, così comemanipolarla con la menzogna (Corano 2:42); infine, vi si condanna l'ipocrisia esi ordinaai credenti di praticare ciò in cui credono:“O credenti, perché dite quel che non fate? Presso Allah è grandemente odioso che diciate quel che non fate” (Corano 61:2-3).
Nonostante i credenti debbano infrangere la pace, quando dietro di essa si nascondono i demoni dell’ingiustizia e dell’oppressione, il Corano li invita a condurre una vita scevra da discussioni inutili o litigi: “I servi del Compassionevole: sono coloro che camminano sulla terra con umiltà e quando gli ignoranti si rivolgono loro, rispondono: Pace! (evitano, quindi, di litigare con loro)” (Corano 25:63), “E allontanati dagli ignoranti” (Corano 7:199). Non è accettatauna discussioneche nascedalla rabbia.Sugli attributi dei giusti e dei timorati il Corano dice: “quelli che donano nella buona e nella cattiva sorte, per quelli che controllano la loro collera e perdonano agli altri, poiché Allah ama chi opera il bene” (Corano 3:134).
Di fronte alla grazia onnipresente di Dio, il Corano richiede che i credenti rimangano fiduciosi nella Sua grazia e che non si perdano nella disperazione. Infatti, il Corano descrive il "profondo pessimismo" come un segno di "kufr" (essere senza fede) e dice: “e non disperate del soccorso di Allah, ché solo i miscredenti disperano del soccorso di Allah” (Corano 12:87), “Siate generosi sul sentiero di Allah, non gettatevi da soli nella perdizione, e fate il bene, Allah ama coloro che compiono il bene” (Corano 2:195). Questi due versetti sono utilizzati dagli studiosi musulmani per denunciare il suicidio come atto d'infedeltà.
Il Corano usa la parola "sabr" abbastanza spesso per indicare la perseveranza, il rimanere pazienti e forti: “O voi che credete, perseverate! Incitatevi alla perseveranza, lottate e temete Allah, sì che possiate prosperare” (Corano 3:200). In un altro versetto “coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze”sono chiamati sinceri (nella fede), "veritieri" e "timorati" (Corano 2:177). Bisogna persistere sia davanti alle sfide fisiche cheagli attacchi verbali. I buoni musulmani sostengono la verità e la giustizia “e che non temono il biasimo di nessuno” (Corano 5:54).
L'islam incoraggia sia il guadagnareche lo spendere lecitamenteil proprio denaro: “Quelli che con i loro beni sono generosi per la causa di Allah, sono come un seme da cui nascono sette spighe e in ogni spiga ci sono cento chicchi. Allah moltiplica il merito di chi vuole Lui. Allah è immenso, sapiente” (Corano 2:261). Il Corano loda anchechi aiuta i bisognosi: “Quelli che di giorno o di notte, in segreto o apertamente, danno dei loro beni, avranno la ricompensa presso il loro Signore, non avranno nulla da temere e non saranno afflitti” (Corano 2:274). Tuttavia, disprezza chi è troppo legato alle ricchezzeche vannoal di là delfabbisogno quotidiano:tale debolezzadistrae il credentedal seguire il sentiero che conduce a Dio e illudeche la vita terrena sia eterna: “Il rivaleggiare (la lotta per accrescere le ricchezze, il prestigio, la fama e altre ricchezze materiali) vi distrarrà finché visiterete le tombe” (Corano 102:1-2), “Guai ad ogni diffamatore maldicente che accumula ricchezze e le conta, pensa che la sua ricchezza lo renderà immortale? No! Sarà certamente gettato nella Voragine (inferno)” (Corano 104:1-4). Sapere che nell’Islam occorre guadagnarsi da vivere con mezzi legittimi è essenziale per capire l'approccio del Libro Sacro sulla ricchezza:ai musulmani è vietato sperperare soldi in spese inutili e appariscenti (Corano 17:26-27). Ancora,il Corano menziona e condannaalcune praticheche permettono di guadagnare denaro e acquisire proprietàillegalmente: tra l’altro fa riferimento ai preti e a i monaci che divorano le proprietà delle persone (Corano 9:34), al gioco d'azzardo (Corano 5:90) e al furto (Corano 60:12). Parla anche dei disonesti,affermando per esempio:“coloro che consumano ingiustamente i beni degli orfani non fanno che alimentare il fuoco nel ventre loro, e presto precipiteranno nella Fiamma”(Corano 4:10).
Il Corano rifiuta tutte le forme di impudicizia sessuale: "Dì ai credenti di abbassare il loro sguardo e di essere casti. Ciò è più puro per loro. Allah ben conosce quello che fanno. E dì alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti” (Corano 24:30-31) e approva la soddisfazione sessuale all'interno del vincolo matrimoniale tra uomo e donna e dice: “E coloro che non hanno [i mezzi] per sposarsi cerchino la castità, finché Allah non li arricchisca con la Sua Grazia...” (Corano 24:33). Altre forme di soddisfazione sessuale tra due persone (al di fuori del matrimonio) sono considerate adulterio, un atto vergognoso: “Non ti avvicinare alla fornicazione. È davvero cosa turpe e un tristo sentiero (che apre la porta ad altri mali)” (Corano 17:32).
Il Corano promuove una società basata sull'onestà, la moralità, la generosità, la giustizia e l’equità;ritiene che tutta l'umanità abbia diritti socio-economici intrinseci, ma che in concomitanza abbia anche delle responsabilità, comequella di lottare per difendere tali diritti.
La vita umana è sacra: “In verità abbiamo onorato i figli di Adamo” (Corano 17:70) e nessuno ha il permesso di togliere la vita a un altro se non per legge. Dì: “Venite, vi reciterò quello che il vostro Signore vi ha proibito e cioè: non associateGli alcunché, siate buoni con i genitori, non uccidete i vostri bambini in caso di carestia: il cibo lo provvederemo a voi e a loro. Non avvicinatevi alle cose turpi, siano esse palesi o nascoste. E, a parte il buon diritto, non uccidete nessuno di coloro che Allah ha reso sacri, se non per legge. Ecco quello che vi comanda, affinché comprendiate” (Corano 6:151). Questo versetto viene di solito interpretato nel senso che si può uccidere per legittima difesa o dopo un processo, all'interno di un sistema socialegiusto. L’affrontofatto a tutta l'umanità per l'omicidio di una sola persona viene sottolineato con i versi: “...chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità” (Corano 5:32). Ancor più specificatamente viene condannato l'infanticidio delle bambine, che veniva praticato nell' Arabia pre-islamica (Corano 81: 8-9). Il Corano sancisce la vendetta in caso di omicidio, ma sottolinea cheessa va eseguita nel modo giusto (Corano 2:178).
Si condanna il furto palese (Corano 60:12), così come altri tipi di furto più celati, che cercano di privare gli altri dei propri beni, per es. la connivenza per privare qualcuno della sua eredità (sia di un uomo che di una donna), il non restituire ciò che è stato datoin custodia (Corano 4:58) o il truffare qualcuno dandoglimeno di quanto dovuto (Corano 17:35). Il Corano denuncial'usura con veemenza (Corano 2:275-276).
Il Corano condanna l'avidità e tutto ciò che normalmente si può definire"accaparramento", oltreall'accumulo di ricchezze o "risparmi" (Corano 9:34-35). Coloro che non sono avidi sono considerati "quelli di successo". Il Corano considera la ricchezza un dono di Dio e il prodotto del lavoro proprio o altrui:“O voi che credete, elargite le cose migliori che vi siete guadagnati e di ciò che Noi abbiamo fatto spuntare per voi dalla terra” (Corano 2:267),le persone hanno diritto solo a quello che hanno guadagnato: “e che invero, l'uomo non ottiene che il [frutto dei] suoi sforzi” (Corano 53:39-40). Il Corano dice: “Non invidiate l'eccellenza che Allah ha dato a qualcuno di voi: gli uomini avranno ciò che si saranno meritati e le donne avranno ciò che si saranno meritate. Chiedete ad Allah, alla grazia Sua. Allah in verità conosce ogni cosa” (Corano 4:32),però si aspetta che chi ha ricevuto le bontà di Dio,spenda tutta la ricchezza superflua: “…E ti chiedono: “Cosa dobbiamo dare in elemosina? Di': “Il sovrappiù” (Corano 2:219), a differenza di quelli che ammassano ricchezze: “Quelli che di giorno o di notte, in segreto o apertamente, danno dei loro beni, avranno la ricompensa presso il loro Signore, non avranno nulla da temere e non saranno afflitti” (Corano 2:274). Il Corano afferma: “nei loro beni c'era un diritto per il mendicante e il diseredato” (Corano 51:19, 70:24-25). Il Corano elogia chi fa l’elemosina, al di là della tassa obbligatoria sul patrimonio (Zakah),la quale purifica l’anima e dovrebbe includere qualcosa a cui si è veramente legati. “Non avrete la vera pietà, finché non sarete generosi con ciò che più amate” (Corano 3:92).
Il Corano afferma che siamo tutti uguali agli occhi di Dio e davanti alla legge echenessun essere umano si distingue da un altro in base al lignaggio o la razza. Ci ha fornito delle indicazioniche giustificano l'uguaglianza socialeconcepita in termini moderni,in un versetto dice: “Uomini! temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l'un l'altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi”(Corano 4:1). In un altro versetto dice: “Oh uomini! Vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato” (Corano 49:13). La nozione della pietà come unico criterio di differenziazione agli occhi di Dio è stata, per l’Islam, unottimo strumento di uguaglianza sociale e parità tra i sessi.
La giustiziaè importantissima nel Corano e non a caso è considerata come uno dei motivi per cui Dio creò la terra: “Allah creò in tutta verità i cieli e la terra, affinché ogni uomo sia compensato per quel che avrà fatto. Nessuno subirà un torto” (Corano 45:22). La giustizia è uno degli attributi di Dio ed Egli assicura ripetutamente agli uomini che non commetterà ingiustizie contro di loro, nemmeno del peso di un solo atomo (Corano 04:40, 10:44). Molte delle prescrizioni del Corano derivano dalla volontàdi Dio di essere giusto sia nei confronti dei colpevolichecon le vittimedi reato (Corano 5:45, 16:126).Le sollecitazioni del Corano a supportodella giustizia sono straordinarie, esse trascendono e oltrepassano ogni barriera sociale e,sebbene la giustizia siasoprattutto un diritto, è ancora più importanteche essa sia assegnata come dovere: il Corano esige che sia fatta giustizia nei confronti degli altri, anche se ciòdovesse significareandare contro se stessi e la propria comunità.
Il fatto che le seguenti scoperte scientifichefossero già espressamente menzionate nel Corano più di 1400 anni fa, nonostante fosse impossibile fare determinate scopertesenza la tecnologia del XX secolo, ha del miracoloso. LA TERRA A FORMA D’UOVO: “Dopo di ciò ha esteso la terra” (Traduzione letterale: uovo di struzzo) (Corano 79:30). EMBRIOLOGIA: “O uomini, se dubitate della Resurrezione, sappiate che vi creammo da polvere e poi da sperma e poi da un'aderenza e quindi da un pezzetto di carne, formata e non formata - così Noi vi spieghiamo - e poniamo nell'utero quello che vogliamo fino a un termine stabilito. Vi facciamo uscire lattanti, per condurvi poi alla pubertà. Qualcuno di voi muore e altri portiamo fino all'età decrepita, tanto che non sanno più nulla, dopo aver saputo. Vedrai [alla stessa maniera] la terra disseccata che freme e si gonfia quando vi facciamo scendere l'acqua e lascia spuntare ogni splendida specie di piante” (Corano 22:5), “Poi ne facemmo una goccia di sperma [posta] in un sicuro ricettacolo” (Corano 23:13), “Poi di questa goccia facemmo un'aderenza e dell'aderenza un embrione; dall'embrione creammo le ossa e rivestimmo le ossa di carne. E quindi ne facemmo un'altra creatura. Sia benedetto Allah, il Migliore dei creatori!” (Corano 23:14). RECETTORI DI DOLORE NELLA PELLE: “Presto getteremo nel Fuoco coloro che smentiscono i Nostri segni. Ogni volta che la loro pelle sarà consumata, ne daremo loro un'altra, sì che gustino il tormento. In verità Allah è eccelso e saggio” (Corano 4:56). BARRIERE D'ACQUA ( I FIUMI SONO DIVERSI DAI MARI): “Egli è Colui Che ha fatto confluire le due acque: una dolce e gradevole, l'altra salata e amara, e ha posto tra loro una zona intermedia, una barriera insormontabile” (Corano 25:53). LE ORBITE DELLE STELLE E DEI PIANETI: “Egli è Colui Che ha creato la notte e il giorno, il sole e la luna: ciascuno naviga nella sua orbita” (Corano 21:33), “Egli è Colui che ha creato la notte e il giorno, e il sole e la luna: Tutti (i corpi celesti) nuotano insieme, ciascuno nel suo corso d'orbita” (Corano 21:33),“Ha sottomesso il sole e la luna, ciascuno in corsa verso il suo termine stabilito” (Corano 13:2), “Non sta al sole raggiungere la luna e neppure alla notte sopravanzare il giorno.Ciascuno vaga nella sua orbita. (Secondo la Legge)” (Corano 36:40), “Il sole e la luna [si muovono] secondo calcolo [preciso]” (Corano 55:5). Facciamo notare che la scienza ha scoperto il movimento del sole solo pochi decenni fa.