La cultura occidentale è sempre stataislamofobica.Sin dal tempo delle Crociate, che risalgono al XII secolo, per gli occidentali era molto difficile vedere Maometto obiettivamente ealcuni media occidentali hanno continuato ad essergli ostili fino ai nostri giorni.Però, la verità è che non è possibile capire il mondo moderno senza conoscere l'Islam correttamente e con obbiettività. Per capire l'Islam e i musulmani bisogna conoscere Maometto: l'uomo che cambiò il corso della storia e che,quattordici secoli dopo la sua morte, continua a ispirare oltre un miliardo di persone in tutto il mondo. Maometto non fu solo colui che convinsegli uomini ad adorare un unico Dio, ma fu anche il Suo messaggero ei suoi insegnamenti erano indirizzati a tutti:invitò tutti gli uomini e le donne a dare valore alla propria vita, permise alle famiglie di essere felici, favori la giustizia nella società, rafforzò la fratellanza, grazie a lui le nazionifurono solidali e si svilupparono e l'umanità si rafforzònella conoscenza, nell'amore e la cooperazione. Per citare Karen Armstrong, una scrittrice e accademica britannica: "Se vogliamo evitare una catastrofe, il mondo musulmano e quello occidentale devono imparare non solo a tollerarsi ma ad apprezzarsi l'un l'altro. Un buon punto di partenza è la figura di Maometto".
Negli scorsi anni, tutti siamo stati testimoni degli insulti che alcuni cartoni animati, libri e, di recente,anche film hannorivolto al profeta Maometto (PBSL), mentrele istituzioni occidentali tacevano,favorendo questi scempicon il pretesto della “libertà di parola”. I non-musulmani sono rimastisorpresi dalla reazione dei musulmanicontro queste provocazioni eha fatto scalporechealcunepiccole minoranzeabbiano minacciato e risposto violentemente a tali provocazioni, nonostante la stragrande maggioranza dei musulmani, sebbene arrabbiata, sia rimasta pacifica. In questi casi, ad offendersi sono persone normali come tante altrenel mondo: stiamo parlando di madri, padri, insegnanti, studenti, medici, avvocati, ingegneri e affaristi; mala maggior parte degli occidentali non capisce perché i musulmani sioffendanocosì tanto. I non-musulmani non riescono a capire quanto i musulmani ammirino e stimino Maometto,forseperché molto di quanto è stato scritto inoccidente sull'Islam e su Maometto nel corso dei secoli era menzognero o semplicemente frutto di una campagna politica. Con questo libretto ci proponiamo di fare un po’ di luce e fornire delle informazioni più obiettive su uno dei più importanti esseri umani di tutti i tempi, descritto da Dio Onnipotente: "come una misericordia per il creato" (Corano 21:107).
Maometto (PBSL) visse all'inizio del VII secolo. Nacque a La Mecca,una città della penisola arabica nota come centro commerciale e meta di pellegriniprovenienti da sud, dalloYemen e dal nord, dallaSiria. La gente di quel tempo aveva molti pregi, ma anche valori morali disdicevoliche erano lanorma all'interno della societàmeccana,soprattutto riguardo le donne, gli orfani, gli schiavi, i poveri, i deboli e la stessa religione. Non è un casoche ciò che accadeva nella penisola araba nel VII secolo,ci insegni molto sul nostro tempo: Maometto chiamò la condizione spirituale che prevalevain quel tempo"Jahiliyyah", ossia "periodo dell'ignoranza" econ questo nome viene indicata l'arabiapre-islamica; ma "Jahiliyyah" non si riferisce solo a un'epoca storica, è piuttosto uno stato d'animo che genera ingiustizia, corruzione, violenza e terrore. Fino ai quarant'anni Maometto visse una vita normale, pur essendo molto ammirato per la sua integrità, l’onestà, la saggezza e le buone maniere. Era conosciuto tra la sua gente come il "sincero" e "l'affidabile",si preoccupava sempre per gli altri, soprattutto per i suoi familiari, gli amici e i parenti. Fu solo quando aveva quarant'anni, dopo che ebbe ricevuto la rivelazione divina, che iniziò la sua missione ecercò di cambiare la società che lo circondava.
Maometto (PBSL) sfidò le consuetudini de La Mecca, fondamentalmente su tre punti:
These were:
1. L'idea irrazionale che degli oggettifossero degni di culto
2. La gerarchia sociale che manteneva la superiorità di certe tribù e famiglie a scapito di altre
3. L'ingiustizia, la corruzione e le pratiche che danneggiavano la società
1. Invitava le persone ad adorare l'unico Dio, Colui che creò l'universo e tutto il creato.
2. Era dell’idea che nessun essere umano fosse superiore ad un altro per razza, sesso o altrifattori fisici esosteneva che l'unica superiorità tra le personefosse data dall'eccellenza morale.
3. Voleva una società che si basasse sulle idee di giustizia, carità e rispetto reciproco, con una solida base spirituale e morale.
Convinse molte persone appartenenti a vari ceti sociali:lo seguirono ricchi, poveri e schiavi, ma chi aveva in mano il potere reagì con rabbia, seminando odio e calunnie. Così Maometto e i suoi discepoli subirono molte violenze e furono perseguitati dai cittadini diLa Mecca;però non si vendicarono, né si rivoltarono, bensìcontinuarono a difendere pacificamente laloro idea di società. Dopo 13 anni di tenace lotta aLa Mecca, un gruppo di persone, proveniente dalla città di Medina, invitò Maometto ad andare a vivere con loro e diventare loro capo, impegnandosi a difendere sia Lui che il Suo messaggio. Questo evento segnòun momento importante per la storia islamica: la persecuzione contro i musulmani da parte degliabitanti deLa Mecca si trasformò in una vera e propria dichiarazione di guerra contro lui e il suo nuovo stato. Dopo molti anni di battaglie, lo stato del profeta, con capitaleMedina, vinse eMaomettopoté entrare aLa Meccain trionfo.Qui,per viadella sua incredibile magnanimità,perdonò quasi tutti i suoi ex nemici eda qui iniziò a portareil suo messaggio alle regioni limitrofe. Le regole coraniche vietavano di costringere le persone a convertirsi all'Islam:il credodoveva essere una libera scelta, senza costrizione.Ma ovunque vedesse oppressione o dove non veniva permesso di seguire la nuova religione per libera scelta, fece uso del suo esercito per porre fine alla tirannia, stabilire un governo giusto e permettere alle persone di scegliere se diventare musulmani.
In arabo, ogni cosa degna di adorazioneera definita "dio" (dall’arabo "ilah"). Maometto (PBSL), invece, sosteneva che la gente dovesse adorare l'UNICA cosa degna di adorazione: "Il Dio" che aveva creato tutti (in arabo "Allah"). Spiegò che il suo messaggio centrale non era nuovo: si trattava dello stesso insegnamento che era già stato proclamato in passato daglialtri profeti: Gesù, Mosè, Abramo e tanti altri (pace e benedizioni su tutti loro). A differenza delle altre religioni, l’Islam vietò assolutamentequalsiasi tipo di sacerdozio o di gerarchia clericale eMaometto ordinò che, dopo di lui, fossero i musulmani stessi a scegliere il loro capo, che dovessero essergli leali e seguirlo; nel contempoquesti doveva assumere quanto stabilito e compiere il proprio dovere in base alle leggi islamiche. Il re musulmano, il califfo (dall'arabo "khalifah" significa "Viceregente" o "Principe") non era scelto da Dio e non governava perdiritto divino, era piuttostocome un "deputato" eletto dagli altri musulmani perfar loroda guida. Il Profeta non vietò ai suoi seguaci di faredomande, non soppresseil dibattito né la ricerca scientifica; anzi,era d’obbligo perla gente giudicarele azioni dei governantie avvertirli delle nefaste conseguenzeche avrebbero avuto se non fossero stati responsabili. Il profeta vietòdi prendersi gioco delle altre fedi odi diffondere maldicenze e calunnie. Il mondo islamico, fondato sul suo esempio,conobbe"un’era d'oro",in cui si svilupparono la ricerca intellettuale e scientifica e il pensiero accademico, tutto questoin un atmosfera di grande giustizia earmonia tra persone di culture diverse.
Esortò gli uomini a riflettere sulla propria origine, sucome erano stati creati echiedersi qualefosse il loro scopo sulla terra. Toccò quell'istinto spirituale che tutte le personepossiedono sin dalla nascita, ovvero il desiderio di connettersi con qualcosa più grande di loro e che incute timore, stimolandoli a cercare lapace interiore. Secondo quanto dettato dal Corano, definì per i suoi discepoli alcuni riti da praticare regolarmente,per favorirela lororicerca spirituale,dicendo: "Adorate Allah, praticate le vostre cinque preghiere quotidiane (Salat), digiunate durante il mese di Ramadan, date la vostra ricchezza in Zakat (pagamento di beneficenza a favore dei poveri) e fate l'Hajj (pellegrinaggio) se ve lo potete permettere". Incoraggiòa creare un legame diretto tra l'individuo e Dio e spiegò che ogni buona azione può essere un atto di fede, se viene fatta con pura intenzione e in ottemperanza alla propria fede, oppure se viene fatta per obbedire a Dio. Il Coranorivelato è un miracolo: una scrittura di impareggiabile qualità in ogni suo dettaglio, tanto da sfidaregli uominia produrre anche un solo un capitolo della stessa fattura. Nel corso dei secoli molti hanno cercato di farlo, ma nessuno ha mai vinto, né riuscirà a vincere la sfida.
Il profeta definì un tipodi convivenza specifico tra gli uomini.Nel suomodello di società, gli uominidovevano operare su due piani:innanzitutto dovevano cercare dimigliorare il proprio comportamento , con l’insegnamentodelle regole coraniche e,attraverso l’esempio ricordarealle altre persone della loro responsabilità individuale e della propria responsabilità davanti a Dio. Il profeta disse: "Ricordatevi che un giorno sarete di fronte ad Allah e risponderete a Lui delle vostre azioni. Quindi state attenti, non deviate dal sentiero della rettitudine dopo la mia morte." In secondo luogo furono emanate delle leggi a livello statale che servissero aproteggere quelle virtù e quei valori, che egli aveva incoraggiato nelle persone e inoltre ne favorissero la diffusionea livello internazionale.
Il suo messaggio era indirizzato a tutta l'umanità e adeguato a tutti i tempi: era per tutti e per sempre.Maometto dimostrò come l'umanità potesse vivere in pace e armonia ed era profondamente contrario a ogni forma di razzismo e sosteneva: “Tutta l'umanità deriva da Adamo ed Eva. Nessun arabo è superiore ad un non-arabo, né un non-arabo è superiore a un arabo. Inoltre un bianco non è superiore a una persona di colore, né una persona di colore è superiore a un bianco se non per la sua pietà e per le sue opere buone”. Fondòuna società meritocratica nella quale i cittadiniavrebbero dovuto seguire il loro sovrano, anche se questi fosse stato uno schiavo (vale a dire indipendentemente dalla sua razza o condizione sociale). Incoraggiò la liberazione degli schiavi: la schiavitù era una cosa normale a quei tempi, ma, a seguito dei suoi insegnamenti, nel mondo musulmano si pose fine alla schiavitù (vedi Corano 49:13).
Prescrisseche chi stava bene economicamente desse annualmenteil 2,5% dei propri risparminella beneficenza legale (chiamata Zakah)e chi poteva offriredi più sarebbe stato ricompensatogiustamente (anche se non era obbligato a farlo). Proibì tasse punitive come l'imposta sul reddito e sulle vendite, vietò i prestiti contassi d'interesse simili a quelli che oggigiorno penalizzano i debitori, ma anche le famiglie e intere nazioni. Non impedìalle persone di possedere ricchezze, ma le scoraggiò dal rincorrere il denaro in maniera eccessiva;in questo modopromosse la circolazione della ricchezza, stimolando il commercio e l'economia. Il profeta ribadì: "Restituire i beni che vi hanno affidato ai legittimi proprietari. Non fate del male a nessuno in modo che nessuno possa farvi del male. Ricordatevi che dovrete davvero incontrare il vostro Signore, e che sarà davvero con Lui che dovrete fare il conto delle vostre azioni. Dio vi ha proibito di trarre profitto dall'usura (interesse); quindi tutti gli obblighi d'interesse sono d'ora in poi revocati. Il vostro capitale, tuttavia, è vostro da mantenere. Non potrete infliggere né subire alcuna iniquità". Sebbene i privati cittadini potessero possedere dei beni, insistette sul fatto che le materie prime essenziali qualil’acqua, le fonti di energia, le ricchezze minerali, ecc…, dovessero essere distribuite a tutti i cittadini e non essere monopolio di pochi. Disse: "Le persone hanno diritto a tre cose: acqua, pascoli e fuoco (intendendo qualsiasi tipo di combustibile)". Ordinò chechi possedeva dei terrenidovesse renderli produttivi, altrimentidoveva lasciarli a chi li volesse lavorare per il proprio sostentamento.Mise fine,in questa maniera, al monopolio diquei pochi che erano proprietari di vaste estensioni di terre improduttive, assegnandone una parte a chi invece non ne aveva niente.
Creò una identità che fosse al di sopra del concetto di razza, di classe, di tribù e di colore,affinché tutti i musulmani si considerassero"fratelli" e "sorelle" appartenenti a un’unica nazione: la “Ummah”. Insistette sul fatto che tutti i cittadini fossero giusti traloro, tutelasserola libertà di credo edi proprietà, proteggesserola vita e l'onore di tutti, anche dei non-musulmani. Per questo motivo le comunità non musulmane continuarono a prosperare nei Paesi musulmaniper centinaia di anni.Asserì che se si fosse fatto del male ai non musulmani, sarebbe stato come far del male al profeta stesso,raccomandòanchedi trattare bene gli animali, di non sprecare l'acqua, di non provocare inquinamento e di non danneggiare l'ambiente circostante. Stabilì l'ideale coranico che l'uomo è come un reggente sulla terra ed è responsabile nei confronti di tutto il pianeta. Sollecitòi fedeli affinché questi principi fossero parte del loro comportamento, ma cercò anche di istituzionalizzarli con vere e proprie leggi statali, in modo da proteggere tutti questi valori in seno allasocietà (vedi Corano 2:30).
La vita di Maometto è suddivisa in due parti: il periodo meccano (i primi 13 anni) e il periodo medinese (ultimi 10 anni). La rivelazione del periodo meccano è caratterizzata dalla storia del profeta respinto e perseguitato. Se nel 621avesse avuto successo il tentativo di assassinarlo, il suo messaggio religioso sarebbe finito come quello di Gesù. Per fortuna, Maometto sfuggìalla morte(grazie a Dio) e andò a vivere a Medina, dovedivenne il capodi una grande comunità edovette affrontare la sfida di creare una nuova società e un nuovo Stato. Il Corano,intanto,continuavaa essere rivelato e i temi cominciarono a diversificarsi:non erano più soltanto di tipo puramente spirituale,ma includevano anche questioni temporali relative alla creazionedella comunità islamica, alla legislazione e alle istituzioni sociali. Durante la sua permanenza a Medina, la comunità di Maometto cominciò a subire i primi attacchi armati,così i messaggicominciarono a trattare anche il tema della guerra "giusta". L'autorizzazione formalea poter combattere gli venne data per la prima volta nel periodo medinese: "Ti chiedono del combattimento nel mese sacro. Dì: "Combattere in questo tempo è un grande peccato, ma più grave è frapporre ostacoli sul sentiero di Allah e distogliere da Lui e dalla Santa Moschea. Ma, di fronte ad Allah, peggio ancora è scacciarne gli abitanti. L'oppressione è peggiore dell'omicidio. Ebbene, essi non smetteranno di combattervi fino a farvi allontanare dalla vostra religione, se lo potessero. E chi di voi rinnegherà la fede e morirà nella miscredenza, ecco chi avrà fallito in questa vita e nell'altra. Ecco i compagni del Fuoco: vi rimarranno in perpetuo. In verità, coloro che hanno creduto, sono emigrati e hanno combattuto sulla via di Allah, questi sperano nella misericordia di Allah. Allah è perdonatore, misericordioso" (Corano 2:217-218). Per tutto quel periodo, la comunità musulmanavisse nel pericolo di essere annientatae,praticamente,lottava per la sopravvivenza. La jihad riguarda le nozioni di impegno, di sforzo spirituale per la conoscenza di Dio e la guerra nell'Islam è di tipo difensivo e si colloca all'interno del concetto più ampio di lotta per ciò che è giusto. Certo, la jihad potrebbe comportare dello spargimento di sangue, ma il suo significato più ampio è quello di sforzarsi a migliorare, non solo in ambito politico o militare, ma anche in ambito morale, spirituale e intellettuale. Maometto parla spesso dell'aspetto militare della jihad come l’aspetto"minore", mentre si riferisce al miglioramento di se stessi come jihad "maggiore". Altre rivelazioni, in questo periodo, riguardano il corretto trattamento dei prigionieri di guerra e di chi non combatte, lesanzioniper l'uccisione di civili innocenti e il trattamento rispettoso dei cadaveri dei nemici. Inoltrepose fine alla distruzione arbitraria di proprietà, animali o risorse agricole. Nel Corano si trovano anche parole di consolazione per i prigionieri (Corano 8:70). In tempi di guerra, Maometto lottava sempre in prima fila, correndone i rischi e i sopportandone i disagi come tutti gli altri.In veste di capo militare, stabilìle regole di comportamento da tenere in guerra, grazie alle quali possiamo conoscere la sua integrità morale e quella che ci si aspetta dai suoi seguaci. Il suo successore e più caro amico, Abu Bakr, riassunse gli insegnamenti del Profeta sulla dottrina militare, quando, rivolgendosi al suo esercito, disse: "Vi comando dieci cose. Imparatele a memoria: Non potete tradire, defraudare (rubando il bottino di guerra), o infrangere i trattati. Non potete mutilare, uccidere donne, bambini o anziani. Non potete sradicare o bruciare alberi di palma. Non potete abbattere alberi di frutta, uccidere pecore, mucche o cammelli tranne che per sostentarvi. Troverete persone recluse in monasteri, lasciatele quindi a ciò a cui si dedicano. [La Storia di At-Tabari , Volume 3]
Il Profeta affrontavapreventivamente i problemi sociali. Nel privato promosse la capacità di distinguere il bene dalmale, insieme alla consapevolezza di compiacere Dio, creando così unambiente sociale sano. A livello politico, si assicurò che tutte le persone avessero cibo, vestiti e un luogo dove ripararsi, riducendo cosìle azioni illecite e la criminalità. Quando dovette decidere su come punire chi infrangevale leggi all'interno di una società di questo tipo, istituì un sistema di giustiziasenza precedenti:proclamò che era meglio lasciare libero un uomo colpevole, piuttosto che punire un uomo innocente. Stabilì che i criteri di prova dovevano essere chiari ed inequivocabili e che le prove incriminanti,davanti al giudice, dovevano essere aldilà di ogni dubbio –e non aldilà di ogni "ragionevole” dubbio. Se, poi, qualcuno veniva giudicatocolpevole (un fatto relativamente raro), le punizioni erano molto severe efacevano da deterrente. Ribadìmolto chiaramente che nessuno era al di sopra della legge, nemmeno i suoi familiari. Il politico e filosofo britannico, Edmund Burke, una volta disse: "Ci siamo riferitialla legge maomettana, che è vincolante per tutti, a partire da chi porta la corona fino al soggetto più umile, una legge generata dal sistema di giurisprudenza piùsaggio, dotto e illuminato che sia mai esistito".
Molto di quanto che è stato detto in occidente sull'atteggiamento del profeta nei confronti delle donne è falso, questo vale sia per il trattamento delle donne siariguardo al numero di mogli che aveva. Si sposò per la prima volta molto dopo rispetto alla media della sua comunità,la sua prima moglie, Khadija, aveva 15 anni più di lui erimase tale fino alla morte, cosa abbastanza insolita per gli uomini di quel tempo che, invece,erano solitiavere molte mogli. L’Islam,difatti,limitò la poligamia a un massimo di quattro mogli e imposerigorose condizioniper chivolesse sposarsi con più di una donna. Più tardi, dopo la morte della sua amata Khadija, si risposò di nuovo e più di una volta, ma per motivi diversi: lo feceper essere da esempio ad altri uomini, affinché si sposassero con donne vedove e divorziate, oppureper rafforzare delle relazioni politiche. Nella vita privata, fu il migliore dei mariti: non alzava la voce o perdeva la calma, anche se veniva provocato, aiutava nelle faccende domestiche, mostrava affetto e amore alle sue mogli;prendevaspesso in considerazione le loro opinioni e ascoltava sempre quello che avevano da dire. Raccomandò ai musulmani: "trattate bene le vostre donne e siate cordiali con loro perché sono le vostre compagne e grandi collaboratrici". Era il migliore dei padri ed era estremamente buono e gentile con i bambini, soprattutto con gli orfani. Le donne arabe del VII secolo (a dire il vero le donne in tutto il mondo) avevano ben pochi diritti, oppure non ne avevano nessuno, si poteva addirittura mettere in discussione il loro diritto alla vita, in quanto non era raro che nei periodi di carestia le bambine venissero seppellite vive . Nel Corano si dice che nel Giorno del Giudizio le "bambine sepolte" usciranno dai loro sepolcri e chiederanno per quale crimine vennero uccise. Grazie al profeta Maometto, venne completamente sradicata la pratica dell'infanticidio e ripristinati i diritti delle donne. L'Islam insegna che entrambi i sessi sono uguali davanti a Dio e concede alle donne di avere i diritti che sono stabiliti da Dio, come quello di ricevere un'eredità, di avere proprietà, di godere dei diritti sociali e coniugali, compreso il diritto di rifiutare una proposta di matrimonio e di chiedere il divorzio. Agli arbori dell'Islam, le donnepotevano lavorare ed essere proprietarie di immobili, proprio come le donne moderne. Lo stesso Maometto consigliò spesso agli uomini di trattare bene le loro mogli e figlie. Secondo un racconto,il profeta disse: "Avete dei diritti sulle vostre donne" "e le vostre donne hanno dei diritti su di voi". Un’altra volta osservò: "Il paradiso si trova ai piedi delle madri". Come padre di quattro figlie, in una società che apprezzava di più i figli maschi, disse ad altri padri che se le loro figlie avessero parlato bene di loro nel Giorno del Giudizio, sarebbero entrati in paradiso. Oggi, in alcune società musulmane,le donne nonsempre riescono ad ottenere tutti i diritti che spettano loro, ma,in genere, i musulmani considerano l'Islam una religione progressiva sull’argomento. Alcune femministe musulmane ritengono che i problemi che attualmente ostacolano le donne musulmane non sono correlati all'Islam,al contrario sonogli stessi problemi che opprimonole donne ditutto il mondo e che derivano da pratiche culturali oppressive, dalla povertà, dall’analfabetismo, dalla repressione politica e dal patriarcato. Le barriere modernealla parità tra l’uomo e la donna esistevano già nel VII secolo in Arabia, eppureMaometto, che era contrario a tali pratiche,nella sua vita riuscìa migliorare la posizione della donna. Molti musulmani moderni continuano a lodare il suo esempio e lo citano spesso quando parlano dei diritti delle donne.
Maometto (PBSL) era sia un profeta di Dio che un uomo di stato. Era un capocompleto e dinamico. Come leader politico unificò la penisola arabica, istituì il primo stato islamico con capitale a Medina e pose le basi di un sistema politico diverso. Lo stato che fondò era uno stato unico e adatto a tutti i tempi, fondato sulla giustizia ela responsabilità eche aveva a cuore il benessere di tutti i cittadini. Tutti venivano trattati allo stesso modo agli occhi della legge, fossero musulmani o meno. La storia di TumahIbnAbraq è un esempio eccellente di giustizia per chiviveva sotto l’autorità del profeta:Tumah, che era un musulmano, rubò un'armatura nella città di Medina, dando poi la colpa a un ebreo. Dio fece scendere una rivelazione speciale per avvisare la gente di tale ingiustizia (Corano 4:110-112),cosìil cittadino ebreo di Medina venne dichiarato innocente e Tumah colpevole. Lo stato e il sistema politico che stabilì, conosciuto con il nome di califfato, durò per centinaia di anni e si estendeva su vaste aree del mondo: la Spagna,l’Europa dell'est, la Turchia, ma anche il Medio Oriente, l’Africa, l’India, la Cina e l'Estremo Oriente. Nel suo periodo di massimo splendore, il califfato fu conosciuto come un baluardo del progresso, della creatività e dell’innovazione, mentre l'Europa stava ancora attraversando l'epoca oscura del Medioevo.
«Non ti mandammo, (O Maometto), se non come misericordia per il creato" (Corano 21:107). "O Profeta, ti abbiamo mandato come testimone, nunzio e ammonitore, che chiama ad Allah, con il Suo permesso; e come lampada che illumina" (Corano 33:45-46). "Avete nel Messaggero di Allah un bell'esempio per voi, per chi spera in Allah e nell'Ultimo Giorno e ricorda Allah frequentemente" (Corano 33:21). "E in verità ci sarà per te infinita ricompensa, e in verità di un'immensa grandezza è il tuo carattere" (Corano 68:3-4). "O credenti! Obbedite ad Allah e obbedite al Messaggero e non vanificate le opere vostre" (Corano 47:33). "Coloro che obbediscono ad Allah e al Suo messaggero saranno tra coloro che Allah ha colmato della Sua grazia: Profeti, uomini di verità, martiri, gente del bene; che ottima compagnia!" (Corano 4:69). "In verità Allah e i Suoi angeli benedicono il Profeta. O voi che credete, beneditelo e invocate su di lui la pace” (Corano 33:56). "Muhammad non è padre di nessuno dei vostri uomini, egli è l'Inviato di Allah e il sigillo dei profeti. Allah conosce ogni cosa" (Corano 33:40). “E obbedite ad Allah e al Messaggero (Maometto) ché possiate ricevere misericordia" (Corano 3:132). "Chi obbedisce al Messaggero obbedisce ad Allah. E quanto a coloro che volgono le spalle, non ti abbiamo inviato come loro guardiano!" (Corano 4:80). "In quel giorno i miscredenti, coloro che hanno disobbedito al Messaggero, preferirebbero che la terra li ricoprisse completamente; non potranno nascondere ad Allah nessun episodio" (Corano 4:42). "Oh uomini! Il Messaggero vi ha recato una verità (proveniente) dal vostro Signore. Credete dunque, questa è la cosa migliore per voi. E se non crederete, [sappiate] che ad Allah appartiene tutto ciò che è nei cieli e sulla terra. Allah è sapiente, saggio" (Corano 4:170).
Un profeta è una persona unica e speciale,è un essere umano, ma parla a nome di Dio. È sempre stato difficile occuparsi di un essere umano che è anche profeta, visto che si rischia di passareda un estremo all’altro: da una parte lo si rende divino e dall’altralo si considera una persona comune. Gesù (PBSL) è un esempio di profeta reso divino. Al contrario, bisogna notare il delicato equilibrio islamico: Maometto (PBSL) viene presentato come servo, messaggero ed "esempio perfetto" di essere umano, ma non è divino. Lui parla per conto di Dio, ma non è Dio. Gli siamo grati, gli vogliamo molto bene, gli mostriamo devozione etotale obbedienza, ma non lo adoriamo. La testimonianza di fede: "Non c'è dio se non Allah e Muhammad è il Suo servo e Messaggero" salvaguarda i musulmani dal renderlo divino. I musulmani sono, inoltre, invitati a invocare da Dio la Sua benedizione e la pace su di lui (Corano 33:56), questofa sì cheil profeta non sia trattato come un uomo normale,perché chi invoca sempre la pace e la benedizione di Dio sul profeta non potràdegradarloal livello di una persona comune. I musulmani hanno in Maometto l'esempio perfetto da seguire, ma lo vedono anche come un servo potente e un messaggero a cui voler bene e da rispettare. Maometto lasciò una grande eredità e amarlo e seguirlo è come intraprendere un viaggio,cercando di condurre la propria vita secondo il Volere Divino. Il profeta fu orfano e padre, marito e vedovo, pastore e commerciante, comandante e spiritualista,capo del suo popolo e uomo tra i più poveri;da padre soffrì la morte deipropri figli e da nonno godette il tempo trascorso con i nipotini. Fuil migliore esempio disincerità, giustizia, perdono, compassione, tolleranza, moderazione, perseveranza, riconoscenza, gratitudine, pulizia, modestia ed ebbetante altre buonissime qualità.