Per via dei recenti avvenimenti mondiali, si è sentitoparlare molto spessodell'Islam e ancor di più di come viene vista la donna all’interno di questa religione. Il tema della posizione della donna nella società non è nuovo, né privo di problematiche, ma il punto di vista dei musulmaninon è stato,di certo, presentatoal lettore occidentalein maniera obiettiva. Le principali fonti degli insegnamenti islamici sono il Corano e la Sunna,che,intesi correttamente e senza pregiudizi,costituisconola basedelle nostre teorie e delle nostre leggi. Tanto interesse potrebbe nascere dal fatto che le donnemusulmane indossano un particolare tipo di abbigliamentomodesto, che include un velo sulla testa (l’hijab), visto da molti occidentali come un simbolo di oppressione. Per questo, spesso,ci si prende gioco delle musulmane,oppure esse sono viste con pietà e commiserazione.I media contribuiscono a rappresentare l'Islam come una religione che opprime le donne, il che alimenta i pregiudizi e i malintesi, egli occidentali non si rendono conto che sotto l'hijab ci sono delle donne intelligenti e consapevoli di ciò che fanno, che esercitano tutti i loro diritti, partecipano e contribuiscono positivamente alla società musulmana e,quindi, hanno il diritto di essere prese sul serio e trattate con rispetto. Gli occidentali hanno criticato diversi precetti religiosiche riguardano il tema della donna, perciòin questo piccolo opuscolo abbiamo cercato di rispondere a tali critiche, con l'obiettivo di promuovere una migliore comprensione dell'Islam e dei musulmani.
Per l'Islam la donna è uguale a l'uomo, come dice il Corano: "Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne..." (Corano 4:1). Uno studioso ha commentato questo versetto così: "Si ritiene che non ci sia nessun testo, vecchio o nuovo, che si occupi dell'umanità della donna, sotto tutti gli aspetti, con tale concisione, eloquenza, profondità e originalità come viene fatto da questo decreto divino". Per evidenziare questo concetto cosìnobile e naturale, il Corano afferma: "Egli è Colui Che vi ha creati da un solo individuo, e che da esso ha tratto la sua sposa affinché riposasse presso di lei...” (Corano 7:189). "Il Creatore del cielo e della terra: Da voi stessi ha tratto le vostre spose" (Corano 42:11) "E Allah vi ha dato spose della vostra specie, e da loro vi ha dato figli e nipoti e vi ha concesso le cose migliori. Crederanno al falso e disconosceranno la benevolenza di Allah?" (Corano 16:72)
Il Corano è molto chiaro sul fatto che la donna sia completamente pari all'uomo davanti a Dio,sia in termini di doveri che riguardo la ricompensa divina. Il Corano afferma: "Ogni anima è pegno di quello che ha compiuto" (Corano 74:38). Dice inoltre: " ...Il loro Signore risponde all'invocazione: In verità, non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate..." (Corano 3:195) "E quanto a coloro che, uomini o donne, operano il bene e sono credenti, ecco coloro che entreranno nel Giardino e non subiranno alcun torto, foss'anche [del peso] di una fibra di dattero" (Corano 4:124). Secondo il Corano la donna non è colpevole del peccato originale di Adamo:entrambi disobbedirono a Dio, entrambi si pentirono ed entrambi furono perdonati (Corano 2:36, 7:20-24).Per quanto riguarda gli obblighi religiosi, come la preghiera quotidiana, il digiuno, la carità e il pellegrinaggio, la donna non è diversa dall'uomo,anzi, in alcuni casi, la donna ha dei vantaggi rispetto all'uomo,per esempio la donna è esentata dalla preghiera quotidiana e dal digiuno durante il ciclo mestruale, per quaranta giorni dopo il parto, durante la gravidanza e nel periodo dell’allattamento del bambino; deve solo recuperare il digiuno quando è in grado di farlo.
All'inizio dell'era islamica, le donne partecipavano a riunioni pubbliche,pregavano in moschea e assolvevanotutti i riti del pellegrinaggio,proprio come adesso. I credenti pregano stando in piedi in file orizzontali, spalla a spalla, piedeapiede, spessoaccanto a sconosciuti;la preghiera stessa implica di tenere una certa postura, per esempiobisogna inginocchiarsi eprostrarsi; così, per mantenere la concentrazione adatta allo scopo, si preferisce che le donne preghino nelle file retrostanti, quando pregano insieme agli uomini. La ricompensa divina è maggiore per gli uomini che pregano nelle file anteriori e per quelle donne che pregano nelle file posteriori.Nelle moschee moderne vengono costruite sezioni separate per le donne, affinché abbiano più libertà e comfort;esse devono, comunque, seguire l'Imam (la persona che conduce la preghiera) che si trova nella sala principale, ascoltandone la voce tramite degli altoparlanti. Sebbene le donne possano pregare in assembleanella moschea, non sono obbligate a farlo, cosa che, invece,è obbligatoriaper gli uomini. È chiaro che si tratta di unprecetto islamico molto elastico, che consente alla donna di essere flessibile quando allatta,quando accudisce i figli e la casa. Le donne sono ricompensate maggiormente se pregano nella privacy delle loro case, mentre gli uomini lo sono di più quando pregano insieme nella moschea.
Il Corano vietò la consuetudine preislamicadell'infanticidio femminile,giudicandolo un crimine come ogni altro omicidio: "e quando verrà chiesto alla [neonata] sepolta viva - per quale colpa sia stata uccisa" (Corano 81:8-9). L'Islam critica l'atteggiamento di quei genitori che rifiutano le bambine, il Corano afferma: "Quando si annuncia ad uno di loro la nascita di una figlia, il suo volto si adombra e soffoca [in sé la sua ira]! Sfugge alla gente, per via della disgrazia che gli è stata annunciata, deve tenerla nonostante la vergogna o seppellirla nella polvere? Ah! Quant'è orribile il loro modo di giudicare!” (Corano 16:58-59). Lungi dall’attentarealla vita di una bambina,prescriveche essa, al contrario, sia trattata con gentilezza e equità. Si riporta che il profeta Maometto (PBSL) disse: “Chiunque abbia una figlia e non la seppellisca viva, non la insulti e non favorisca suo figlio su di lei, Dio lo farà entrare in paradiso. Chiunque mantenga due figlie fino alla loro maturità, io e lui saremo così il giorno del giudizio” (mostrando due dita insieme).
Il matrimonio nell'Islam è l’unionedi due metà all’interno della comunità,esse si legano per amore reciproco e sono in armonia, con l’obiettivo di perpetrare la vita umana,ma anche di riceverne benessere emotivo e armonia spirituale. Alla base del matrimonio ci sono, soprattutto, l'amore e la tenerezza; a tal proposito, tra i versetti più pregnanti del Corano troviamo: "Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza..." (Corano 30:21). Nell'Islam, la donna non può essere costretta a sposare qualcuno se non è consenziente eha pieno diritto alla dote (un regalo di matrimonio che simboleggia l’amore e l’affetto) che è inclusa nel contratto nuziale. Le regole di vita coniugale sono chiare e in armonia con la retta natura umana enella religione sono presi tutti i provvedimenti atti a proteggere la donna nel matrimonio. Poi, per quanto riguarda la vita coniugale, considerata da un punto di vista fisico e psichico, uomo e donna hanno uguali diritti e doveri l'una nei confronti dell'altro e viceversa, ad eccezione della sola responsabilità di guida del nucleo familiare che ricade sull’uomo. Il Corano afferma: "...Esse hanno diritti uguali ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini hanno maggiore responsabilità" (Corano 2:228);vuol dire che l’uomo è responsabile del mantenimento e della protezione della famiglia. L'Islam raccomanda di consigliarsi reciprocamentee di essere di comune accordo sulla vita familiare. Al di là dei diritti fondamentalidi moglie, il Corano e la Sunna enfatizzano anche il diritto della donna ad avere un:“trattamento gentile e all’amicizia”. Il Corano afferma: "... Comportatevi verso di loro convenientemente..." (Corano 4:19). Il Profeta disse: "Il migliore di voi è il migliore nei confronti della sua famiglia e io sono il migliore verso la mia famiglia" e "I credenti più perfetti sono coloro che si comportano meglio e i migliori tra di voi sono quelli che sono i migliori nei confronti delle loro mogli."
Comealla donna è riconosciuto il diritto di decidere se sposarsi, allo stesso modo le viene riconosciuto il diritto di porre fine a un matrimonio non riuscito. Tuttavia, perché ci sia stabilitàe al fine di proteggere la famiglia da decisioni affrettate e prese sotto stress,quando desiderano divorziare, i coniugidevono andare per gradi e osservaredei periodi di attesa. Comunque,anche le donne possono avviare il procedimento di divorzio davanti a un giudice. Quando diventa impossibile per i due perseverare nel rapporto coniugale, gli uomini devono cercare di trovare una soluzione pacificae armonica per dissolvere il matrimonio;il Corano dice: "Quando divorziate dalle vostre spose e sia trascorso il ritiro, riprendetele secondo le buone consuetudini o rimandatele secondo le buone consuetudini. Ma non trattenetele con la forza..." (Corano 2:231);in un altro versetto: "Si può divorziare due volte. Dopo di che, trattenetele convenientemente o rimandatele con bontà e non vi è permesso riprendervi nulla di quello che avevate donato loro... (Corano 2:229). E ancora: "O credenti! Quando sposate le credenti e poi divorziate da esse senza averle toccate, non saranno obbligate a rispettare un periodo d'attesa. Date loro qualcosa e date loro grazioso congedo, "(Corano 33:49). Il Profeta ci ha insegnato che "di tutte le cose che Dio ha consentito, il divorzio è quello che meno Gli piace." Il Corano esorta ripetutamente: "la conciliazione è la cosa migliore" e prevede un arbitraggio per i matrimoni in difficoltà: "Se temete la separazione di una coppia, convocate un arbitro della famiglia di lui e uno della famiglia di lei. Se [i coniugi] vogliono riconciliarsi, Allah ristabilirà l'intesa tra loro. Allah è saggio e ben informato... " (Corano 4:35).
L’islam diede alla donna un diritto che non aveva mai avuto prima e che, in occidente,non esistettefino al 1900:il diritto a possederedei benipropri. Secondo la legge islamica, la donna ha il pieno diritto di possedere denaro, proprietà o altri beni etale diritto le spetta sempre, sia da nubile che da sposata. Inoltre, ha il pieno diritto di acquistare, vendere, ipotecare o affittare tutti i suoi beni o solo una parte di essi. La legge islamica non ha mai considerato la donna come un essere inferiore solo perché donna. Per quanto riguarda il diritto adavere un lavoro, l'Islam considera il suo ruolo di moglie e madre quello più sacro ed essenziale:allevare i figli senza complessi e dar loro una buona educazione è un compito che non potrà mai essere attribuitoa badanti o baby-sitter;un ruolo così nobile e fondamentale, che plasma il futuro delle nostre nazioni, non può essere considerato"ozio". Tuttavia, non c'è nessun decreto islamico che vieta alla donna di cercare un buon impiego, quando ne ha bisogno, l’importanteche sia adatto alla sua natura e sia utile alla società;per esempio può lavorarecome infermiera, insegnante (soprattutto per bambini), nel campo della medicina, o dove sia utile il suo eccezionale talento.
L’Islam ammise il diritto di successione a favore della donna, quando in alcune cultureessa rappresentava solo un oggetto da dare in eredità. "Agli uomini spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti; anche alle donne spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti stretti: piccola o grande che sia, una parte determinata" (Corano 4:7). La quota che le spetta è esclusivamente sua e, in molti casi,equivale alla metà di quella dell'uomo: ciò non implica che lei valga meno;questa differenza è meramente correlata con il diverso grado di responsabilità finanziaria che esiste tra l’uomo e la donna.Secondo la legge islamica: l'uomo è completamente responsabile del mantenimento della moglie, dei figli, e, in alcuni casi, dei parenti, se sono bisognosi, soprattutto donne. Questa responsabilità non è revocata o ridotta qualorala moglie sia ricca o stia lavorando, oppure guadagni da un affitto,riscuota un profitto, ecc. La donna è molto più protetta finanziariamente ed è molto meno gravata da eventuali reclami sulle sue ricchezze,non è obbligata a trasferire i propri beni al marito o a spendere i propri soldi per la famiglia. La legge sull'eredità nell'Islam è giusta e compassionevole nei confrontidella donna.
Se si studianoobiettivamente iprecettiislamici nella storia della civiltà musulmana,si troveranno sicuramente molte prove della parità tra uomo e donna, che oggi chiamiamo comunemente "diritti politici";questi includonoil diritto di voto, nonché la nomina a cariche politiche, e il diritto a partecipare ai pubblici uffici. Sia nel Corano che nella storia islamica troviamo esempi di donne che parteciparono a importanti dibattiti e discussero con lo stesso profeta Maometto (pace su di lui) (si veda il Nobile Corano 58:14 e 60:10-12). Durante il califfato di Omar ('Umar Ibn al-Khattab), una donna, discutendo con lui nella moschea,gli dimostrò di aver ragione e Omar dichiarò davanti ad altri: "Una donna ha ragione e Omar ha torto". Lo stesso califfonominò Al-Shifa, una donna, ministro per la salute e sicurezza della città di Medina e,successivamente, la prima donna nominata ministro futrasferita nella città di Bassora, in Iraq. La giovane moglie del Profeta Maometto, Aisha,raccolse e memorizzò dettagliatamentepiù di 2.220 narrazioni (Hadeeth) su suo marito, su vari temi e sentenze;inoltre, s'impegnò a memorizzare l'intero Corano, imparò a interpretarlo insiemeagli hadith del profeta come un erudito legale e,dopo la morte del marito, ebbe un importante ruolo politico.
La relazione tra moglie e marito nell'Islam si basa sull'amore e la tenerezza reciproci, come evidenzia il Corano: "Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono..." (Corano 30:21). "Esse sono una veste per voi, e voi siete una veste per loro" (Corano 2:187). L'uomo è obbligato amantenere la famiglia ed è responsabile davanti a Dio del suobenessere. Come ogni squadra, una famiglia ha bisogno di un caposquadra per le decisioni importanti euna citazione del profeta sull'obbligo morale del marito dice chiaramente: “Perfetti nella fede tra i credenti sono coloro che hanno il miglior carattere e comportamento, e i migliori tra di voi sono quelli che trattano la loro famiglia nel modo migliore”. Spetta alla moglie consigliare e sostenere il marito, al fine di prendere le decisioni di comune accordo.La moglie ha il compito di portare il bambino in grembo durante la gravidanza, poi di allattarlo e di educarlo,è la prima responsabiledel benessere dei figli e assolve, così, al compito più importante delle donne. Questo non significa che allevare e prendersi cura dei figlisia l'unica cosa che può fare.
Tra i suoi principi fondamentali, l'Islam sostiene che le donnesono fondamentalmente uguali agli uomini, come esseri umani, per dignità, e perchéentrambi sono responsabili davanti a Dio. Soddisfano i loro bisogni fisici e materiali allo stesso modoe entrambi possono possedere beni e proprietà e disporne a piacimento. Entrambi i sessi sono tenuti a cercare di accrescere il proprio sapere. Fa parte della missione islamica stabilire la giustizia e l'armonia tra i sessi,tenendo in considerazione le differenze naturali implicite, per questo Dio ha stabilito diritti e doveri per gli uomini e le donne, ognuno secondo la propria determinata natura,ma complementari tra loro;se uno dei due devia dalla propria natura, si creerà un'"uguaglianza"innaturale. Davanti a Dio entrambi i sessi hanno pari dignità, ma hanno diritti diversi,perché si distinguono per la loro natura. Per quanto riguarda la responsabilità davanti a Dio, l'uomo e la donna sono uguali;in molti versetti il Corano dice che la ricompensa e la punizione nell'aldilà non dipendono dal genere: “...In verità, non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate...” (Corano 3:195). All'interno del matrimonio, gli uomini e le donne sono uguali in termini di diritti e doveri ed essi sono assegnati secondo natura. Si possono riscontrare delle differenze solo in quelle aree dove la natura dei sessi è diversa: per i doveri religiosi ci sono alcune concessioni per le donne, relativi alla loro natura biologica, mentre la differenza sull'ereditarietà prende in considerazione l'obbligo dell'uomo nei confronti della sua famiglia.
La figura della madreè molto importante nell'Islam: è la persona principale nei primi anni di vita del bambino. Il Corano tratta del rapporto tra genitori e figli e dà risalto agli sforzi della madre dal momento della gravidanza e pertutto il periodo dell'infanzia. L'Islam attribuisce a una donna divorziata perfino il diritto di reclamare una compensazione dall'ex marito per l'allattamento dei bambini (Corano 65:6). L'importanza attribuita alla donna come madre si rispecchia in una frasedel profeta Maometto (la pace sia su di lui):gli venne chiesto quale genitore meritasse un trattamento preferenziale e lui rispose dicendotre volte: "tua madre", solo successivamente disse: "tuo padre" e alla fine: "i parenti stretti". L'Islam considera la cortesia nei confronti dei genitori una cosa importante, tanto da collocarla subito dopo il culto di Dio. "Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio..." (Corano 31:14) (si veda anche Corano 46:15, 29:8).Il Corano fa,inoltre,una raccomandazione speciale sul buon trattamento da riservare alle madri: "Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i tuoi genitori..." (Corano 17:23). Un uomo andò dal Profeta e gli chiese: O Messaggero di Dio, chi tra le persone è più degno della mia buona compagnia? Il Profeta disse: tua madre. L'uomo chiese: "e dopo?" Il Profeta, per le prime tre volte disse: "tua madre" e solo dopo: "tuo padre". Un famoso detto del profeta dice: "Il Paradiso è ai piedi delle madri". "È generoso (di carattere) chi è cortese verso le donne, ed è empio chi le insulta."
Il Corano vieta alle donne musulmane di sposare un non musulmano, ma consente ai musulmani di sposare donne ebree o cristiane (Corano 2:221, 60:10). Il matrimonio e la famiglia sono protetti principalmente come cellulafondamentale della società, che garantisce la continuitàdella comunità musulmana. Una relazione coniugale tra partner appartenenti a fedi e filosofie di vita diverse,potrebbecomportare che si crei una notevole tensione rispetto ai doveri e gli obblighi religiosi, all'educazione religiosa dei bambini, alla pratica delle feste religiose, ecc. Un matrimonio di successo richiede ai partner di conseguire obiettivi comuni e di avere rispetto reciproco del proprio credo. I musulmani credono che l'ebraismo e il cristianesimo abbiano origine divina, che Mosè e Gesù (pace su di loro) furono grandi messaggeri di Dio eche vennero rivelate anche a loro le Sacre Scritture. Ebrei e cristiani, al contrario, non credono nell'origine divina dell'Islam, nel suo Libro o nel suo profeta. Poiché le società tendono ad essere patriarcali, la moglie di un musulmano, sia essa cristiana o ebrea, vivrebbe sotto la protezione di un uomo che rispetta i principi fondamentali della sua fede, la sua Scrittura e i suoi profeti;al contrario, la moglie musulmana di un ebreo o cristiano, vivrebbe con un uomo che non riconoscerebbe la sua religione, la sua Scrittura e il suo profeta.
Alcune femministe mettono in dubbio la logica che permette ai musulmani di avere più di una moglie, dicendo che, invece, le donne non hanno lo stesso "diritto". Quasi tutte le società, anticamente, sostenevano il concetto della poligamia, cioè che un uomo potesse avere più di una moglie, ma,raramente,una società ha permesso che una donna si potesse sposare con più di un uomo (poliandria). La società islamica si basa sulla giustizia e l’equità: Dio ha creato uomini e donne uguali come esseri umani, ma non identici per natura;ci sono delle differenze fisiologiche e psicologiche innate, perciò essi hannoruoli e responsabilitàdiverse, ma anche complementari. Ecco alcuni punti da considerare: 1) la poligamia affronta il problema del rapporto numerico maschio/femmina, mentre la poliandriaaumenterebbe il problema; 2) Gli uomini sono poligami per natura, le donne no; 3) La genitorialità congiunta dei bambini potrebbe essere un problema; 4)Sarebbe difficile svolgere le funzioni di moglie per tutti i mariti; (5) Gli studi medici hanno dimostrato che la miscela di fluidi seminali, proveniente da uomini diversi, causa gravi malattie infettive alle ovaie. Il Corano ha prescritto che la donna divorziata o vedova osserviun periodo di attesa prima di risposarsi, affinché gli ovari abbiano il tempo sufficiente per ripulirsi da qualsiasi traccia di liquido seminale del marito precedente.
Sembra inconcepibile che il Corano permetta di picchiare la moglie, anche se molti studiosi musulmani hanno inteso il versetto 4:34 come tale, equesto è stato molto criticato. A causa di questa interpretazione, alcuni commentatori hanno cercato di difendersi e di trovare una spiegazione:molti hanno considerato la locuzione “battere leggermente" come ‘battere con uno spazzolino da denti o con un fazzoletto’. Il Corano non ha mai permesso agli uomini di picchiare le loro mogli. La traduzione e il commentario più appropriati sembrano essere quelli di Yuksel ed Emerick:la parola araba nel versetto "idhribuhunna" assume molteplici significati, come succede anche con alcuneparole italiane, tipo “accendere” o “calcio”,oppure con l’inglese “get”.Nel Corano uno stesso verbo è usato in molti versetti,ma con significati diversi. La traduzione più logica e più coerente col messaggio generale e con gli insegnamenti profetici sarebbe: "...Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti e separatevi (da) loro" (Corano 4.34).Se anche prendessimo in considerazionel’interpretazione di 'battere leggermente", in una famiglia fondata su una vera e propria collaborazione, questa traduzione non avrebbe molto significato.Il profeta stesso non osò mai picchiare una donna e si narra che disse: "È davvero possibile che voi picchiate le vostre mogli, come se fossero serve e poi vi avvicinate a loro di notte?" Una volta il profeta venne a sapereche alcuni dei suoi compagni picchiavano le mogli,a questa notizia egli disse: "Certamente tali individui non sono tra i migliori fra di voi". Dato che il profeta è il miglior esempio per tutti i musulmani, essi non hanno mai preso il versetto 4:34 come un pretesto per abusare delle loro mogli.
L'islam valuta il pudore come una delle virtù più importanti per entrambi i sessi ed un elemento essenziale per preservare la dignità. Nel Sacro Corano (24, 30-31) la prescrizione sulla modestia viene indirizzata prima agli uomini e poi alle donne. In alcune società musulmane tradizionali, gli uomini e le donne mostrano solo il viso e le mani quando escono fuori casa;generalmente gli uomini indossano un turbante o cappelletto e le donne un foulard o velo che copre i capelli. Lo stile e i colori dell’abbigliamento variano da Paese a Paese. Non è necessario coprire tutto il viso e se ne disapprova sempre più l’uso, anche in quelle culture dove si pratica ancora. In casa, invece, il modo di vestire è molto meno rigido. Contrariamente a quello che si pensa in occidente, i musulmani non considerano il velo come un simbolo di oppressione, ma di libertà: vestirsi in maniera modesta e dignitosa facilita l'interazione tra uomini e donne, senza che si creinoinutili pregiudizi superficiali. I musulmani non apprezzano icodici di abbigliamento attuali, che considerano inappropriati, e si rammaricano dello sfruttamento sessuale che si vede nelle pubblicità:esso aumenta il rischio delle tentazioni e delle infedeltà coniugali. Esibire il corpo pubblicamente, di certo,arricchisce il settore della moda e delle industrie cosmetiche, ma marginalizza in maniera oppressiva molte persone che non riescono fisicamente auniformarsi con l'attuale immagine di perfezione. La modestia è quindi una liberazione e non un'oppressione.
Il celibato e il monachesimo non sono ammessi nell'Islam. Il matrimonio non ha solo lo scopodi soddisfare i nostri desideri carnali, ma è anche importante per la riproduzione e per la continuazione della razza umana, attraverso la famiglia. Il matrimonio provvedeal benessere, all’armonia e alla tranquillità dell'anima, della famiglia e della società in generale edè necessario per vivere una vita felice e soddisfacente. Allah dice nel glorioso Corano: "Fa parte dei Suoi segni l'aver creato da voi, per voi, delle spose, affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza. Ecco davvero dei segni per coloro che riflettono" (Corano 30:21). Il profeta Maometto, la pace sia su di lui, disse: "Chi può sposarsi, deve sposarsi" e inoltre: "chi si è sposato ha compiuto metà della sua religione. Quindi egli dovrebbe aver timore diAllah nell'altra metà". La famiglia è il fondamento della società e delle nazioni ed è proprio la famiglia, il luogo dove i bambini vengono educati e allevati, adaccrescere e a far prosperare la civiltà umana. Il matrimonio è un'istituzione fondamentale per l'umanità, per questogli uomini e le donne sono tenuti a sposarsi, a meno che vi sia un motivo che non permettedi farlo, come per esempio l'avere una malattia cronica o in casi di estrema povertà.
All'inizio dell'era islamica, le donne andavano a lavorare e partecipavano a tutte le possibili attività sociali e culturali. Un caso famoso è quello di Shifa bint Abdullah, una donna che venne nominata capo ispettore dei mercati nella città islamica di Medina dal califfo Omar. Oggi in molti paesi musulmani le donne sono ingegneri, professoresse, presidi, ministri, dottoresse, dirigenti e banchieri. Quelloche guadagnano appartiene loro e i mariti sono comunque obbligati a mantenerle. Nel Medioevo, le donne musulmane erano spesso commercianti, dottoresse e studiose, insegnavano nelle moschee e nelle università;per esempio, Karima Al-Marwaziyya (1070),una donna proveniente dall'Asia centrale, era una delle più famose studiose islamiche di quell'era;fu ugualmente illustre Fatima bint Al-Hasan, un'erudita di hadith (racconti sul profeta) e calligrafa. Altri nomi di studiose musulmane sono: Shuhda la scriba (1178), Ajiba bint Abi Bakar (1339) e la sua allieva Bint Al-Kamal, che insegnò a Damasco a tanti studiosi, tra cui il famoso giurista e viaggiatore marocchino Ibn Battuta;infine non possiamo dimenticareUmm Hani (1466), che fu una grande erudita di tutte le grandi discipline accademiche. Nella letteratura sono citate anche Wallada di Cordoba, Fitnet di Istanbul (1780) e la regina Nadira della regione centro asiatica di Kokand (1842).
Nell'Islam, l'obbligo di istruzione è uguale per i maschi e le femmine. Secondo un detto dal profeta (PBSL): "la ricerca del sapere è un obbligo per ogni musulmano". In alcuni Paesi, le ragazze musulmane non ricevono un'istruzione secondaria, ma questo è dovuto ai costumi e alle tradizioni locali e non ha niente a che vedere con gli insegnamenti islamici. L'Islam considera che il ruolo della donna nella società, come moglie, madre ed educatrice,sia il ruolo più sacro, nobile ed essenziale. Nel suo libro “Muhaddithat” (Pubblicazioni Interface, 2007), Muhammad Akram Nadwi compilò una biografia di oltre 8.000 donne musulmane che studiarono e insegnarono gli hadith;questo ci mostra il ruolo centrale che ebbero le donne nella salvaguardia degli insegnamenti del profeta, i qualirimangono la guida principale per la comprensione del Corano, delle regole e delle norme di vita. Mantenendoun abbigliamento e un comportamento modesti, le donne studiarono e insegnarono regolarmente nelle principali moschee e nelle scuole musulmane, viaggiarono intensamente per ampliare la loro "conoscenza", trasmisero e spiegarono gli hadith, emisero dellefatwa (decreti islamici), ecc. Alcuni degli studiosi più rinomati le elogiarono e si formarono grazie agli studi e agli insegnamenti delle loro insegnanti e ricercatrici donne. Generalmente le studiose ricercatrici godettero di grande autorità pubblica.
Contrariamente alle critiche mosse dagli occidentali sull’argomento, non sempre nella nostra religione è valido il principio secondo cui la testimonianza di due donne equivale a quella di un solo uomo. Il versetto coranico specifico si riferisce ai rapporti finanziari e considera il fatto che la responsabilità finanziaria è solitamente sulle spalle degli uomini, pertanto, ci si aspetta che essi siano più esperti delle donne su questo genere di questioni e, comunque, non significa che la donna sia inferiore all'uomo. Diversi sono i campi in cui molte donne eccellono rispetto agli uomini, tra questi annoveriamola religione, l’impegno, il ragionamento e la memoria, quindipotrebbero essere in grado di testimoniare meglio di un uomo in merito a questioni che conoscono e capiscono. Possono anche diventare degli esperti in materia, come lo furono alcune donne al tempo del profeta, eil giudice può accettare la testimonianza di chiunque sia particolarmente qualificato. Non sempre due testimoni femmine sono equiparate a un testimone maschio;infatti altri versi del Corano parlano di testimoni senza specificare se questi siano maschi o femmine. Aisha, la moglie del profeta, raccolse più di 2.220 racconti su varie sentenze che vennero considerate autentiche meramente in base alla sua unica testimonianza e,infatti, in alcuni casi,si preferiscono testimoni femminili, quando per es. ci sono problemiche riguardano la donna, come il parto o le mestruazioni,in correlazione a un divorzio conteso o a dispute privateche non ammettono la presenza di uomini.
L’Islam scoraggia la libera interazione tra uomini e donne, ma non ne impedisce tutte le forme. L'obiettivo principale è di mantenere l'interazione a un livello di modestia che possa garantire la decenza, la tutela dell'onore e la salvaguardia della famiglia e del matrimonio. Gli uomini e le donne possono interagire e lavorare insieme, a patto di mantenere un buon comportamento e decoro e di osservare le regole islamiche di decenza e modestia. Inoltre, sono tenuti a vestirsi modestamente e abbassare lo sguardo (Corano 24:30-31). L'attrazione tra i sessi ènaturale, ma deve essere controllata e canalizzata secondo decenza. Il profeta Maometto, la pace sia su di lui, disse: "Chi crede in Dio e nell'ultimo giorno non deve trovarsi da solo con una donna, altrimenti Satana sarà il terzo tra di loro”. La differenza tra i sessi e la salvaguardia della castità e dell’onore della donna,portanol'Islam a regolare in modo rigidol'interazione in pubblico e a essere totalmente contrario allo sfruttamento delle donne.
Il punto di vista occidentale dei rapporti tra uomo-donna è di solito quello del permissivismo, ovvero di normaessi accettano le relazioni extraconiugali e illecite, tollerandone anche gli aspetti più intimi. Le persone sono sempre più spinte ad avere ricchezze, benessere e piaceri, soprattutto di tipo fisico; maun comportamento sessuale irresponsabile farebbe soffrire la famiglia e, in particolare, i bambini. Non a caso l'Islam considera il rapporto sessuale, fuori dal vincolo matrimoniale, una cosa grave, perché destabilizza la famiglia e contribuisceal conseguente collasso dell'intero sistema sociale. I genitori musulmani cercano di evitare che i figliabbiano rapporti intimi, che potrebbero concludersi in esperienze sessuali prematrimoniali; questo perché per principio l'Islam rifiuta ogni forma di relazione sessuale al di fuori del matrimonio, inclusa qualsiasi relazione intima illecita ed extraconiugale. L’Islam vuole eliminare ognioccasionedi indecenza e di immoralità e questo vale sia per i maschi che per le femmine,per questo motivo è vivamente caldeggiato il matrimonio in giovane età. Anche chiritiene di non essere in grado di sostenere le spese familiariè invitato ad avere fede in Dio, dato che Egli è Colui che ci mantiene, e a sposarsi presto.
Il Corano sancisce che gli uomini possono contrarre fino a quattro matrimoni, ma non senza condizioni e obblighi e, comunque,sipreferisce la monogamia alla poligamia.Il Corano dice: “sposate allora due o tre o quattro tra le donne che vi piacciono ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola... "(Corano 4:3).Bisogna dire che la poligamia era già praticata nell'Arabia pre-islamica (ein tutte le altre società), quindigià prima della rivelazione del Corano, ma non era controllata e non c’erano regole. L'Islam non incoraggia o promuove la poligamia; al contrario, cerca di limitarlaa un massimo di quattro mogli e impone delle condizioni. È facile rispondere alle critiche contro l'Islam sulla poligamia, se si pensa che meno del 2% della popolazione musulmana ha più di una moglie, e anche i critici occidentali devono ammettere che, in effetti,nel mondo musulmano contemporaneo la monogamia è il sistema prevalente. Dio diede la possibilità di contrarre più matrimoni, con un massimo di quattro mogli, ma solo a condizione di riservare parità di trattamento a tutte le mogli;il Corano dice: "... ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola..." (Corano 4:3). Il Profeta (pace su di lui), che serve da esempio a tutti i musulmani, rimase sposato,da solo,con la sua prima moglie per 25 anni, fin quando questa non morì,e di tutte le mogli che ebbe dopo di lei una sola era vergine, le altre erano tutte vedove o divorziate. In ogni caso, non solo permise a quelle donne di star meglio a livello sociale, ma le alleanze politiche, contrattate attraverso quei matrimoni,rafforzarono la stabilità della società musulmana. La poligamia viene vista con sfiducia e il seguente versetto del Corano non potrebbe essere più chiaro: "Non potrete mai essere equi con le vostre mogli anche se lo desiderate..." (Corano 4:129). Il versetto 4:3, invece, ha un significato pratico: in tempi di grave carenza di uomini, ad esempio in tempo di guerra, tale versetto lascia aperta l'opzione, anzi benedice la possibilità di condividere il marito. Le coppie sposate, che hanno problemi medici o di sterilità, potrebbero trovare in questa opzione una benedizione. Le critiche contro la poligamia, da parte di chi tollera relazioni extraconiugali e promiscuità sessuale, sono ingiustificate.
Lo stereotipo della donna musulmana reclusa e oppressa è un'immagine fin troppo comune. Molti occidentali pensano che l'Islam sia una religione maschilista, che umilia le donne,e citano la condizione delle donne in alcuni Paesi musulmani per dimostrare di aver ragione: sbagliano, perché non riescono a distinguere le pratiche di certe popolazioni da quelli che sono i veri insegnamenti della religione. Anche se in alcune culture le donne sono oppresse dai musulmani, non è colpa della religione, bensì dei loro costumi che contraddiconogli insegnamenti islamici. È anche vero che ci sono ancora dei musulmani che opprimono le donne, ma purei non musulmanilo fanno. Quando i musulmani lo fanno, lo fanno per via di tradizioni culturali o perché non conoscono davvero la loro religione. In realtà, l'Islam si aspetta che i credenti sostengano i diritti delle donne, ne tutelino lo status sociale e le proteggano in tutti i modi. Nelle civilizzazioni precedenti si trovavano nel gradino più basso della società, non avevano dignità umana eper molti la donna era malvagia, non umana e inferiore all'uomo;l'Islam la innalzò,le diededignità e il diritto all’uguaglianza e,tutt’oggi,richiede che tale status sia mantenuto e protetto. Grazie all'Islamla donna ottenne dei diritti politici, economici, sociali, religiosi ed intellettuali, comeil diritto all'istruzione, alla proprietà e al lavoro,da usare a sua completa discrezione. Le musulmane hanno una personalità completamente indipendente,non solo hanno il diritto di pensare e di credere come vogliono, masono anche membri attivi della società e il lorocontributoè considerato prezioso. Fin dagli albori dell'Islam, le donne furono impegnate in molte professioni, nel commercio, in agricoltura e nell’industria. Una musulmana può stipulare qualsiasi tipo di contratto o fare lasciti a suo nome,ha il diritto di ereditare come madre, moglie, sorella e figlia. Non è lecito toccarei beni di una donna senza il suo consenso, essa è economicamente totalmente indipendente, il che le permette di eseguire transazioni economichecome l'acquisto, la vendita, la locazione, la donazioneo dare garanzie. Le donne hanno il diritto ad una vita dignitosa, senza essere aggredite o offese,hanno il diritto all'istruzione, ad esprimere le proprie opinioni personali, a dare consigli sinceri, a permettere ciò che è bene, proibire il male e ad invitare a seguire l’Islam.
L'Islam non solo raccomanda lo sport come fonte di divertimento e svago, ma lo consiglia anche per il mantenimento di uno stile di vita sano. Il Profeta (pace su di lui) consigliò di fare sport come l'equitazione, il nuoto, il tiro con l'arco…, e lui stesso praticava degli sport. Non vi è alcuna disposizione islamica che limiti la partecipazione delle donne allo sport. Tuttavia, lo sport deve essere praticato seguendo il codice di abbigliamento islamico e dividendo maschi e femmine, in particolareconsiglia un abbigliamento modesto per entrambi i sessi e la separazione tra maschi e femmine, necessariin sport come il nuoto nelle scuole miste. In generale, le donne musulmane sono meno ostacolate dal praticare degli sport nei loro Paesi,dove vengono seguite le dovute regole islamiche. Le musulmane possono partecipare più facilmente ad alcune discipline sportive, piuttosto che ad altre, perché in essi l'abbigliamento e la separazione tra i sessi è più facile. In alcuni Paesi, molte donne musulmane, trovano più difficile praticare degli sport a scuola e rispettare,allo stesso tempo,le loro pratiche religiose; ma in molti altri Paesi le scuole stanno cercando di essere più flessibili e aperte: ad esempio, invece dei pantaloncini si usano le tute;inoltre,è in aumento l'allenamento separato di educazione fisica e c'è più privacy negli spogliatoi e nelle docce.
In linea generale, una donna musulmana dovrebbe essere visitata da una dottoressa, al fine di preservare la sua dignità e modestia.Per lo stesso motivo un uomo dovrebbe essere visto da un dottore. Questo principio non dovrebbe creare problemi quando si deve scegliere il proprio medico. Spesso una musulmana preferisce una dottoressa, sia essa musulmana o meno, e un musulmano preferisceun maschio, sia esso musulmano o meno; tuttavia,in caso di emergenza, quando si ha a disposizione solo un dottore maschio, il benessere della donna ha priorità su qualsiasi altra considerazione. Il consiglio è che una donna consulti una dottoressa, ma non deve farsi nessuno scrupolo a scegliere un dottore al posto di una dottoressa,qualora questiabbia una migliore reputazione o costi meno. Bisogna, però,scoprire solo la parte di "aura" (cioè l’area privata: la zona che va al di là delle mani e del viso) necessaria per il trattamento e solo per il tempo necessario. Un dottore (musulmano o meno) non dovrebbe mai trovarsida solo con una paziente e sarebbe meglio andare accompagnate da un parente.
Il Profeta (pace su di lui) ci ha insegnato che un essere umano si può considerare completo non dal momento del concepimento, ma dalla sedicesima settimana di gravidanza (120 giorni), quando un angelo "soffia" l'anima all'interno del feto non ancora nato. Questo precetto, però, differisce in alcune culture tradizionali, che ritengono che l'anima entri nel grembo della madre con il seme del marito. Secondo l'Islam, la contraccezione non limita o ostacola la vita umana,per questo motivo non vieta la contraccezione, affinché non vi sia nessun pericolo per la salute e a condizione che la gravidanza non venga impedita permanentemente. Al tempo del Profeta (la pace sia su di lui)si praticava l’“azl", noto come coito interrotto, ovvero l'uomo ritira l’organo sessuale prima dell'eiaculazione, tale metodoera molto praticato e il profeta loapprovava. Inoltre, il Corano consiglia alle madridi allattare al seno i loro bambini per un periodo completo di due anni (Corano 2:233),un metodo contraccettivo naturale contro ulteriori gravidanze durante quel periodo. Al giorno d'oggi esistono molti contraccettivisicuri e ampiamente disponibili e una coppia musulmana può decidere quale metodo sia più adatto alla propria situazione personale.
Il Corano vieta l'uccisione dei bambini: “Quindi non uccidete i vostri figli per timore della miseria. siamo Noi a provvederli di cibo, come [provvediamo] a voi stessi. Ucciderli è veramente un peccato gravissimo” (17:31). L'aborto è, quindi, vietato, a meno che la vita della madre non sia in pericolo. Il Corano descrive l'embriologia dettagliatamente: “... In verità creammo l'uomo da un estratto di argilla. Poi ne facemmo una goccia di sperma [posta] in un sicuro ricettacolo, poi di questa goccia facemmo un'aderenza e dell'aderenza un embrione; dall'embrione creammo le ossa e rivestimmo le ossa di carne. E quindi ne facemmo un'altra creatura...” (Corano 23:12-14). Il Profeta, inoltre, disse: "Voi siete creati da una goccia di sperma nel grembo delle vostre madri per quaranta giorni, poi per lo stesso periodo esistete come un coagulo di sangue, dopodiché, per lo stesso periodo diventate un pezzo di carne e dopo questo periodo un angelo viene inviato a soffiare in voi lo spirito della vita." Il feto diventa un essere umano dopo 120 giorni, quando un angelo unisce l'anima con l'organismo in fase di sviluppo,pertanto, gli studiosi concordano che 90 giorni sia il limite massimo per una interruzione medica di gravidanza, ma solo in circostanze particolari.
I precetti del Corano e del profeta esortano in continuazione a prendersi cura degli orfani, per esempio Dio disse: “...Non adorerete altri che Allah, vi comporterete bene con i genitori, i parenti, gli orfani e i poveri...” (Corano 2:83), e il profeta disse: “Io e colui che si prende cura degli orfani saremo insieme nell'aldilà”.Prendersi cura dei bambini è considerata una grande virtù. Negli antichi Paesi islamicigli orfanotrofi non esistevano, dato che, come atto di pietà, i trovatelli venivano regolarmente presi in affidamento. Il profeta stesso (pace su di lui) ne fu un esempio: era orfano e in affidamento. L'adozione di tipo occidentale, dove i bambini adottati prendono nomi dei loro genitori adottivi e tagliano i ponti con i loro genitori biologici, è proibita. Il Corano dice: "Date loro il nome dei loro padri: ciò è più giusto davanti ad Allah" (Corano 33:5). Una coppia musulmana può,comunque, decidere di allevare e prendersi cura del bambino di qualcun altro, Dio li ricompenserà generosamente per un atto del genere. I bambini in affidamento non hanno il diritto di ereditare dai cosiddetti genitori adottivi, ma possono ricevere fino a un terzo dei loro beni per mezzo di testamento.
L'Islam considera la sessualità umana come un dono di Dio. Il godimento legittimo e rispettoso di questo dono porterà ricompensa divina, come afferma il profeta: "L'atto sessuale di ognuno di voi è una forma di carità". Il celibato è considerato un ostacolo alla vita religiosa; il profeta disse: "Chi tra voi è in grado di sposarsi dovrebbe farlo, perché lo sguardo è più modesto e la castità è più sicura". Uno dei primi musulmani aveva l'abitudine di pregare tutta la notte e digiunare tutto il giorno, il profeta gli si avvicinò e proferì queste parole: "L'occhio ha diritto su di te, i tuoi ospiti hanno diritto su di te, e tua moglie ha diritto su di te". L’Islam raccomanda il sesso all'interno del vincolo matrimoniale e lo vieta al di fuori di esso: "Non ti avvicinare alla fornicazione. È davvero cosa turpe e un tristo sentiero" (Corano 17:32),insegna che il corpo e l'anima sono connessi e che qualsiasi attività di natura sessuale, al di fuori di quanto ha ordinato e benedetto Dio, danneggia l'anima,invece di elevarla e purificarla, e potrebbe anche indebolire l'istituzione del matrimonio, che è il fondamento di una società stabile e premurosa. Lo scopo di Dio nel creare la sessualità è la congiunzione di due principi complementari e la perpetrazione di una nuova generazione nel mondo, per questa ragione l'Islam considera la sodomia e il lesbismo peccaminosi e totalmente inaccettabili.